Rime (Stampa)/Rime d'amore/CXLIII: differenze tra le versioni

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|Nome e cognome dell'autore=Gaspara Stampa
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|Nome della pagina principale=Rime (Stampa)
|Eventuale titolo della sezione o del capitolo=[[Rime (Stampa)/Rime d'amore|Rime d'amore]]<br/><br/>CXLIII
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Versione delle 01:01, 16 feb 2010

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Quando fia mai ch'io vegga un dì pietosi
gli occhi, che per mio mal da prima vidi
in queste rive d'Adria, in questi lidi
dov'Amor mille lacci aveva ascosi?
Quando fia mai che libera dir osi,
dato bando a' miei pianti ed a' miei gridi:
- Or ti conforta, anima cara, or ridi,
or tempo è ben che godi e che riposi? -
Lassa, non so; so ben che ad ora ad ora
ho cercato placar o lui o morte,
e né questa né quello ho mosso ancora.
Tal è, misera, il fin, tal è la sorte
di chi troppo altamente s'innamora:
donne mie, siate a l'invescarvi accorte.

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