Rime (Stampa)/Rime varie/CCCX: differenze tra le versioni

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|Nome e cognome dell'autore=Gaspara Stampa
|Titolo=Rime
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|Nome della pagina principale=Rime (Stampa)
|Eventuale titolo della sezione o del capitolo=[[Rime (Stampa)/Rime varie|Rime varie]]<br/><br/>CCCX
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Versione delle 01:29, 16 feb 2010

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Dunque io potrò, fattura empia ed ingrata,
amar bellezza umana e fral qual vetro,
e l'eterna e celeste lasciar dietro
de la somma Bontà, che m'ha creata,
e poi m'ha da la morte liberata
e da l'inferno tenebroso e tetro,
se del fallir mi pento qual fe' Pietro,
poi che tre volte già l'ebbe negata?
Dunque io potrò veder di piaghe pieno
il mio Fattor, per me sospeso in croce,
e d'amor e di zel non venir meno?
Dunque non drizzerò pensieri e voce,
ogn'altro affetto uman spento e terreno,
solo a' suoi strazi, a la sua pena atroce?

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