<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3432&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20100217111801</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/3432&oldid=-20100217111801
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 3432 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 390modifica]cosí consigliato e persuaso imponesse quello ch’esso medesimo [p. 391modifica]naturalmente vietava; che venisse ad esser secondo natura e suggerito dall’amor naturale, quello che per se aveva al tutto dello snaturato; e che fosse inumanità e spietatezza il trascurar quello che senza ciò sarebbesi tenuto per inumano e spietato. Cosí gli antichi e primi poeti e sapienti facevano servire l’immaginazione de’ popoli e le invenzioni e favole proprie a’ bisogni e comodi della società, conformando quelle a questi; e si verifica il detto di Orazio nella Poetica ch’essi furono gl’istitutori e i fondatori del viver cittadinesco e sociale, onde Orfeo ed Anfione furono eziandio tenuti per fondatori di città. E cosí gli antichi dirigevano la religione al ben pubblico e temporale, e secondo che questo richiedeva la modellavano, e di questo facevano la ragione e il principio e l’origine de’ dogmi di essa: opponendola alla natura dove questa si opponeva alle convenienze della vita sociale, e vincendo la natura fortissima, coll’opinione ancor piú forte, massime l’opinion religiosa (15 settembre 1823). Chi riguarda come legge naturale il seppellire o abbruciare ec. i cadaveri, troverà forse in queste osservazioni di che mutar sentenza.
* Per molte cagioni, anche lievi, l’uomo si getta al pericolo, anche della morte; di piú sacrifica