Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3858: differenze tra le versioni

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Versione delle 13:43, 17 feb 2010

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[p. 245 modifica]allora. E il simile dico di molte voci con cui potremmo esprimer cose per cui non abbiamo nemmen voci straniere, o che a questi pur manchino, o che tra noi non sieno state ancora introdotte. Moltissime voci militari, civili e politiche sí del nostro trecento, sí dello stesso cinquecento, benché significative di cose or notissime e comunissime, son tali che noi ora, leggendole negli antichi, o non le intendiamo, o non senza studio, o non avvertiamo, almen senza molta acutezza e attenzione o imperfettamente la loro corrispondenza con quelle che oggi ne’ medesimi casi comunemente usiamo. Altresí ci accade non di rado tale incertezza nelle voci significative di cose, or non più comuni, e spesso in queste ci accade più che nell’altre. Ecco come, mancati gli affari politici e la milizia in Italia, la nostra nazione non ha né può avere, né ebbe dal seicento in poi, lingua moderna propria per significar le cose politiche e militari, non ch’ella mai non l’abbia avuta, anzi l’ebbe, ma l’ha perduta, o non l’ha se non antica. E nello stesso modo proporzionatamente e ragguagliatamente discorrasi della Spagna.

Come cagione assoluta, la nullità politica e militare degl’italiani e spagnuoli ha prodotto il mancar essi di lingua e letteratura moderna dal seicento in qua, ed il mancarne oggi. Essa nullità è cagione che l’Italia e la Spagna abbiano perduto d’allora in poi il loro essere di nazione. Quindi essa è cagione che l’Italia e la Spagna non abbiano, e d’allora in qua, né letteratura moderna, né filosofia ec. Esse non hanno


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