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: La voce stessa, la sovrana voce, |
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: Che giovanetto mi chiamò più notti, |
Versione delle 00:56, 20 feb 2010
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- Samuèl sacerdote; a cui fean eco
- Le sue ipocrite turbe. A te sul capo
- Ei lampeggiar vedea con livid'occhio
- Il regal serto, ch'ei credea già suo.
- Già sul bianco suo crin posato quasi
- Ei sei tenea; quand'ecco, alto concorde
- Voler del popol d'Israello al vento
- Spersi ha suoi voti, e un re guerriero ha scelto
- Questo, sol questo, è il tuo delitto. Ei quindi
- D'appellarti cessò d'Iddio l'eletto.
- Tosto ch'esser tu ligio a lui cessasti.
- Da pria ciò solo a te sturbava il senno:
- Coll'inspirato suo parlar compieva
- David poi l'opra. In armi egli era prode,
- Nol niego io, no; ma servo appieno ei sempre
- Di Samuello; e più all'altar, che al campo
- Propenso assai: guerrier di braccio egli era,
- Ma di cor, sacerdote. Il ver dispoglia
- D'ogni mentito fregio; il ver conosci.
- Io del tuo sangue nasco; ogni tuo lustro
- È d'Abner lustro: ma non può innalzarsi
- David, no mai, s'ei pria Saùl non calca.
- SAUL
- David?... Io l'odio.... Ma, la propria figlia
- Gli ho pur data in consorte.... Ah! tu non sai. —
- La voce stessa, la sovrana voce,
- Che giovanetto mi chiamò più notti,