Pagina:Canti di Castelvecchio.djvu/129: differenze tra le versioni

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LiA GUAZZA


��Laggiù, nella notte, tra scosse
<poem>Laggiù, nella notte, tra scosse
d’un lento sonaglio, uno scalpito
d’un lento sonaglio, uno scalpito
è fermo. Non anco son rosse
è fermo. Non anco son rosse
le cime dell’alpi.


Nel cielo d’un languido azzurro,
le cime dell’ alpi.
le stelle si sbiancano appena:
»
si sente un confuso sussurro
nell’aria serena.


Chi passa per tacite strade?
Nel cielo d’un languido azzurro,
Chi parla da tacite soglie?
le stelle si sbiancano appena:
Nessuno. È la guazza che cade
si sente un confuso sussurro
sopr’aride foglie.
neir aria serena.


Si parte, ch’è ora, giorno,
Chi passa per tacite strade?
sbarrando le vane pupille;
Chi parla da tacite soglie?
si parte tra un murmure intorno
Nessuno. È la guazza che cade
di piccole stille.</poem>
sopr’ aride foglie.

Si parte, eh’ è ora, giorno,
sbarrando le vane pupille;
si parte tra un murmure intorno
di piccole stille.

��Canti di Castelvecchio

��
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<references/>
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Versione delle 16:18, 20 giu 2010

Template:Ns0

Laggiù, nella notte, tra scosse
d’un lento sonaglio, uno scalpito
è fermo. Non anco son rosse
         le cime dell’alpi.

Nel cielo d’un languido azzurro,
le stelle si sbiancano appena:
si sente un confuso sussurro
         nell’aria serena.

Chi passa per tacite strade?
Chi parla da tacite soglie?
Nessuno. È la guazza che cade
         sopr’aride foglie.

Si parte, ch’è ora, nè giorno,
sbarrando le vane pupille;
si parte tra un murmure intorno
         di piccole stille.