Leggenda eterna/Intermezzo/Notturno: differenze tra le versioni
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{{Qualità|avz=75%|data=31 luglio 2010|arg=Letteratura}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=Notturno|prec=../L'ultima primavera|succ=../Dalla terrazza}}<poem> |
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Ecco la cerula notte, la placida |
Ecco la cerula notte, la placida |
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notte |
notte d’estate! |
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Miti bisbigli, lucenti palpiti |
Miti bisbigli, lucenti palpiti |
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di stelle, tepide fragranze, entrate! |
di stelle, tepide fragranze, entrate! |
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marea degli esseri che scende e sale! |
marea degli esseri che scende e sale! |
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Pensose ascoltano |
Pensose ascoltano l’ombre del memore |
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parco; le stanze |
parco; le stanze |
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di sotto echeggiano aperte; cantano |
di sotto echeggiano aperte; cantano |
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Ed ecco, svegliano le note un popolo |
Ed ecco, svegliano le note un popolo |
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d’ombre; la mente |
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le vede in rapida fuga rincorrersi; |
le vede in rapida fuga rincorrersi; |
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il cor la mistica voce ne sente. |
il cor la mistica voce ne sente. |
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Parole tornano che un dì si accolsero |
Parole tornano che un dì si accolsero |
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con disattento |
con disattento |
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orecchio, e parvero scure; ora |
orecchio, e parvero scure; ora l’intimo |
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foco sprigionasi dal freddo accento. |
foco sprigionasi dal freddo accento. |
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Tornano supplici sorrisi e pallidi |
Tornano supplici sorrisi e pallidi |
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volti scordati. |
volti scordati. |
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Un’onda tremula nel plenilunio |
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bianco, tra il placido sonno dei prati. |
bianco, tra il placido sonno dei prati. |
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Spettrali, |
Spettrali, d’edera avvolte, sorgono |
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Certose, e strane |
Certose, e strane |
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ombre di monaci, sfilanti tacite |
ombre di monaci, sfilanti tacite |
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ad un monotono suon di campane. |
ad un monotono suon di campane. |
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Torna |
Torna d’un ultimo sguardo, d’un avido |
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sguardo |
sguardo d’addio, |
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tutta la perfida dolcezza (o palpiti, |
tutta la perfida dolcezza (o palpiti, |
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o angoscie, o lagrime date |
o angoscie, o lagrime date all’oblìo!) |
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Nell’aria salgono le note a perdersi |
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nell’ombra folta, |
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narrando storie dolci e terribili. |
narrando storie dolci e terribili. |
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Muta ed immobile la Notte ascolta. |
Muta ed immobile la Notte ascolta. |
Versione delle 18:41, 31 lug 2010
Questo testo è completo. |
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Ecco la cerula notte, la placida
notte d’estate!
Miti bisbigli, lucenti palpiti
di stelle, tepide fragranze, entrate!
Tutte ad accogliervi mi protendo avida
sul davanzale;
dolce sommergersi dentro la libera
marea degli esseri che scende e sale!
Pensose ascoltano l’ombre del memore
parco; le stanze
di sotto echeggiano aperte; cantano
sul vecchio cembalo vecchie romanze.
Ed ecco, svegliano le note un popolo
d’ombre; la mente
le vede in rapida fuga rincorrersi;
il cor la mistica voce ne sente.
Parole tornano che un dì si accolsero
con disattento
orecchio, e parvero scure; ora l’intimo
foco sprigionasi dal freddo accento.
Tornano supplici sorrisi e pallidi
volti scordati.
Un’onda tremula nel plenilunio
bianco, tra il placido sonno dei prati.
Spettrali, d’edera avvolte, sorgono
Certose, e strane
ombre di monaci, sfilanti tacite
ad un monotono suon di campane.
Torna d’un ultimo sguardo, d’un avido
sguardo d’addio,
tutta la perfida dolcezza (o palpiti,
o angoscie, o lagrime date all’oblìo!)
Nell’aria salgono le note a perdersi
nell’ombra folta,
narrando storie dolci e terribili.
Muta ed immobile la Notte ascolta.