Pagina:Istorie dello Stato di Urbino.djvu/143: differenze tra le versioni

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in feudo, all'hora di Ferrara Marchese: mà travagliato essendo aspramente da {{AutoreCitato|Federico II|Federico Secondo}} Imperatore, non potendo più à sì fiero nemico resistere cascò nelle sue mani forzato, l'Anno 1230. dalla cui Tirannide restarono gli suoi Cittadini gravemente oppressi. Dopò la morte di questo iniquo, all'obedienza passò di Manfredo suo figlio, dal quale venne di molti Privilegij arricchito. Havendo penetrato Ridolfo Imperatore Conte d'Haspurch, che Fano, con l'altre, che furono all'Essarcato soggette, erano all'Ecclesiastica Giurisditione spettanti, à Gregorio Decimo Pontefice Massimo restituille: mà niun conto facendone l'Apostolica Sede, che in Avignone trovavasi, da gli Ottimati reggevasi, con le proprie Leggi: Nel qual tempo, tanto frà Cittadini de gli odij le fiamme s'accesero, che divisi trà loro in Guelfi, & in Ghibellini, si gran copia spargevan di sangue, che le strade correndo come torrenti, non furono bastevoli ad estinguerle; siche la povera Città, restando per la morte di tanti suoi Cittadini spogliata, e gli avanzati retirandosi ad istantiar altrove, affatto dishabitata rimase. Alcuni de' più generosi, stimando non dovesse più nell'avvenire Fano da queste rovine risorgere, nel centro della Marca ritiratosi, riedificarono una Patria nova, l'anno 1322. A cui diedero il medemo nome, con l'aggiunta del generale del sito, dove fondoronla che fù un delitioso, ed humil monte: Onde venne Montefano chiamata; la quale si come da nobili persone hebbe l'origine; cosi è stata in ogni tempo madre di Nobili Cittadini, ed huomini nelle virtù segnalati, i quali caminando per lo latteo calle della buontà, sino all'Auge de gli honori, & al supremo Polo del Pontificato portati si sono; havendo in essa Marcello Secondo preso i natali, il quale non men si gloriava d'essere di Montefano figliuolo, che della Nobiltà Fanese legitimo nipote. Si rifè col tempo ultimamente Fano, e con migliori augurij, da gli suoi Cittadini rihabitossi di nuovo, rimettendosi quelli regnante Nicolò Terzo Pontefice, sotto l'obedienza della Romana Chiesa: benche non vi dimorasse gran tempo; dato essendo à Galeotto Malatesta da Clemente Sesto in feudo, dal quale con titolo di Vicario perpetuo fù posseduto; si come dopò lui da molti della medesima Casa, co' l'istesso titolo, sino al Pontificato di Pio Secondo: Da cui per mezo di Federico Feltrio, cacciatone Sigismondo, fù ricuperato, & all'obedienza della Chiesa riposto; sotto cui hà sommo giubilo de' Cittadini suoi, sino al presente vissuto; da un gran Prelato diretto, che ivi co'l titolo di Governatore risiede, il quale delle sue risolutioni, ad altri rendere conto astretto non viene, che alla Sacra Consulta, sopraintendente di tutto l'Ecclesiastico Stato.
in feudo, all’hora di Ferrara Marchese: mà travagliato essendo aspramente da {{Ac|Federico II|Federico Secondo}} Imperatore, non potendo più à sì fiero nemico resistere cascò nelle sue mani forzato, l’Anno 1230. dalla cui Tirannide restarono gli suoi Cittadini gravemente oppressi. Dopò la morte di questo iniquo, all’obedienza passò di Manfredo suo figlio, dal quale venne di molti Privilegij arricchito. Havendo penetrato Ridolfo Imperatore Conte d’Haspurch, che Fano, con l’altre, che furono all’Essarcato soggette, erano all’Ecclesiastica Giurisditione spettanti, à Gregorio Decimo Pontefice Massimo restituille: mà niun conto facendone l’Apostolica Sede, che in Avignone trovavasi, da gli Ottimati reggevasi, con le proprie Leggi: Nel qual tempo, tanto frà Cittadini de gli odij le fiamme s’accesero, che divisi trà loro in Guelfi, & in Ghibellini, si gran copia spargevan di sangue, che le strade correndo come torrenti, non furono bastevoli ad estinguerle; siche la povera Città, restando per la morte di tanti suoi Cittadini spogliata, e gli avanzati retirandosi ad istantiar altrove, affatto dishabitata rimase. Alcuni de’ più generosi, stimando non dovesse più nell’avvenire Fano da queste rovine risorgere, nel centro della Marca ritiratosi, riedificarono una Patria nova, l’anno 1322. A cui diedero il medemo nome, con l’aggiunta del generale del sito, dove fondoronla che fù un delitioso, ed humil monte: Onde venne Montefano chiamata; la quale si come da nobili persone hebbe l’origine; cosi è stata in ogni tempo madre di Nobili Cittadini, ed huomini nelle virtù segnalati, i quali caminando per lo latteo calle della buontà, sino all’Auge de gli honori, & al supremo Polo del Pontificato portati si sono; havendo in essa Marcello Secondo preso i natali, il quale non men si gloriava d’essere di Montefano figliuolo, che della Nobiltà Fanese legitimo nipote. Si rifè col tempo ultimamente Fano, e con migliori augurij, da gli suoi Cittadini rihabitossi di nuovo, rimettendosi quelli regnante Nicolò Terzo Pontefice, sotto l’obedienza della Romana Chiesa: benche non vi dimorasse gran tempo; dato essendo à Galeotto Malatesta da Clemente Sesto in feudo, dal quale con titolo di Vicario perpetuo fù posseduto; si come dopò lui da molti della medesima Casa, co’ l’istesso titolo, sino al Pontificato di Pio Secondo: Da cui per mezo di Federico Feltrio, cacciatone Sigismondo, fù ricuperato, & all’obedienza della Chiesa riposto; sotto cui hà sommo giubilo de’ Cittadini suoi, sino al presente vissuto; da un gran Prelato diretto, che ivi co’l titolo di Governatore risiede, il quale delle sue risolutioni, ad altri rendere conto astretto non viene, che alla Sacra Consulta, sopraintendente di tutto l’Ecclesiastico Stato.


Hanno i Fanesi fatto noto in ogni tempo al Mondo, con l'attioni
Hanno i Fanesi fatto noto in ogni tempo al Mondo, con l’attioni

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Dell'Historie de' Galli Senoni.


in feudo, all’hora di Ferrara Marchese: mà travagliato essendo aspramente da Federico Secondo Imperatore, non potendo più à sì fiero nemico resistere cascò nelle sue mani forzato, l’Anno 1230. dalla cui Tirannide restarono gli suoi Cittadini gravemente oppressi. Dopò la morte di questo iniquo, all’obedienza passò di Manfredo suo figlio, dal quale venne di molti Privilegij arricchito. Havendo penetrato Ridolfo Imperatore Conte d’Haspurch, che Fano, con l’altre, che furono all’Essarcato soggette, erano all’Ecclesiastica Giurisditione spettanti, à Gregorio Decimo Pontefice Massimo restituille: mà niun conto facendone l’Apostolica Sede, che in Avignone trovavasi, da gli Ottimati reggevasi, con le proprie Leggi: Nel qual tempo, tanto frà Cittadini de gli odij le fiamme s’accesero, che divisi trà loro in Guelfi, & in Ghibellini, si gran copia spargevan di sangue, che le strade correndo come torrenti, non furono bastevoli ad estinguerle; siche la povera Città, restando per la morte di tanti suoi Cittadini spogliata, e gli avanzati retirandosi ad istantiar altrove, affatto dishabitata rimase. Alcuni de’ più generosi, stimando non dovesse più nell’avvenire Fano da queste rovine risorgere, nel centro della Marca ritiratosi, riedificarono una Patria nova, l’anno 1322. A cui diedero il medemo nome, con l’aggiunta del generale del sito, dove fondoronla che fù un delitioso, ed humil monte: Onde venne Montefano chiamata; la quale si come da nobili persone hebbe l’origine; cosi è stata in ogni tempo madre di Nobili Cittadini, ed huomini nelle virtù segnalati, i quali caminando per lo latteo calle della buontà, sino all’Auge de gli honori, & al supremo Polo del Pontificato portati si sono; havendo in essa Marcello Secondo preso i natali, il quale non men si gloriava d’essere di Montefano figliuolo, che della Nobiltà Fanese legitimo nipote. Si rifè col tempo ultimamente Fano, e con migliori augurij, da gli suoi Cittadini rihabitossi di nuovo, rimettendosi quelli regnante Nicolò Terzo Pontefice, sotto l’obedienza della Romana Chiesa: benche non vi dimorasse gran tempo; dato essendo à Galeotto Malatesta da Clemente Sesto in feudo, dal quale con titolo di Vicario perpetuo fù posseduto; si come dopò lui da molti della medesima Casa, co’ l’istesso titolo, sino al Pontificato di Pio Secondo: Da cui per mezo di Federico Feltrio, cacciatone Sigismondo, fù ricuperato, & all’obedienza della Chiesa riposto; sotto cui hà sommo giubilo de’ Cittadini suoi, sino al presente vissuto; da un gran Prelato diretto, che ivi co’l titolo di Governatore risiede, il quale delle sue risolutioni, ad altri rendere conto astretto non viene, che alla Sacra Consulta, sopraintendente di tutto l’Ecclesiastico Stato.

Hanno i Fanesi fatto noto in ogni tempo al Mondo, con l’attioni

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