Allor che oppressa dal gravoso incarco: differenze tra le versioni

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m Corretto succ=Ahi, che si turba, ahi che s'innalza e cresce
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{{Qualità|avz=75%|data=31 luglio 2010|arg=Poesie}}{{IncludiIntestazione|sottotitolo=Allor, che oppressa dal gravoso incarco|prec=../Da poi che il mio bel sol s'è fatto duce|succ=../Bacio l'arco, e lo strale, e bacio il nodo}}
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Versione delle 10:31, 19 set 2010

[[../Da poi che il mio bel sol s'è fatto duce|Da poi che il mio bel sol s'è fatto duce]] [[../Ahi, che si turba, ahi che s'innalza e cresce|Ahi, che si turba, ahi che s'innalza e cresce]]

 

Allor, che oppressa dal gravoso incarco ,
Cader sotto il mio giogo alto e possente;
Credevi tu quell’orgogliosa mente
Mantener sempre d’ogni affetto priva?

5Sotto qual clima, in qual’estrania riva
Alma si trova, ch’il mio ardor non sente?
Arser gli Dei, non che la mortal gente,
Alla mia face eternamente viva.

E tu sola pensasti andar disciolta?
10Or mira: preparata è la catena,
Il giogo, e i lacci, onde fia l’alma involta.

Cosi parlommi Amore, e la serena
Tranquilla pace fu dal mio cor tolta:
Ahi lacci, ahi giogo, ahi servitude, ahi pena!