Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1077: differenze tra le versioni

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Versione delle 06:43, 6 ott 2010

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[p. 387 modifica] di lunghezza, né forzatura delle parti componenti, si potrebbero benissimo comporre allo stesso modo, senza toglier nulla alla gravità, né indurre nessuna apparenza di buffonesco o di plebeo. E cosí fece giudiziosamente il Cesarotti nell’Iliade, e credo anche nell’Ossian. Omero, Dante, e tutti i grandi formano nomi dalle cose. Quintiliano, e tutti i grammatici l’approvano; quando calzino appunto come qui, dove Tiberio schernisce la cinquannaggine che Gallo voleva de’ magistrati. Davanzati (Annali di Tacito, lib. II, cap. 36, postilla 23), in proposito del verbo incinquare da lui formato per rendere il latino quinquiplicare di Tacito (23 maggio 1821). Era però già stato usato da Dante.


*    Il tempo di Luigi decimoquarto e tutto il secolo passato fu veramente l’epoca della corruzione barbarica delle parti piú civili d’Europa, di quella corruzione e barbarie, che succede inevitabilmente alla civiltà, di quella che si vide ne’ persiani e ne’ romani, ne’ sibariti, ne’ greci ec. E tuttavia la detta epoca si stimava allora e, per esser freschissima, si stima, anche oggi, civilissima e tutt’altro che barbara. Quantunque il tempo