Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3430: differenze tra le versioni

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Versione delle 23:00, 6 ott 2010

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*   Altronde per altrove, e indi fors’anche quasi ivi o colà, delle quali cose ho detto altrove. Vedi Petrarca, sonetto Io sentia dentr’al cor già venir meno (15 settembre 1823).


*    Natura insegna il curare e onorare i cadaveri di quelli che in vita ci furon cari o conoscenti per sangue o per circostanze ec. e l’onorar quelli di chi fu in vita onorato ec. Ma ella non insegna di seppellirli né di abbruciarli, né di tórceli in altro modo [p. 383 modifica]davanti agli occhi.1 Anzi a questo la natura ripugna, perché il separarci perpetuamente da’ cadaveri de’ nostri è, naturalmente parlando, separazione piú dolorosa che la morte loro, la qual non facciam noi, ma questa è volontaria ed opera nostra, e quella è quasi insensibile a chi si trova presente, e accade bene spesso a poco a poco; questa è manifestissima e si fa in un punto. E separarsi da’ cadaveri tanto è quasi in natura quanto separarsi dalle persone di chi essi furono, perché degli uomini non si vede che il corpo, il quale, ancor morto, rimane, ed è, naturalmente tenuto per la persona stessa, benché mutata (piuttosto che in luogo di


  1. Veggasi a questo proposito la Parte primiera de la Chronica del Peru, di Pedro de Cieça de Leon, en Anvers, 1584, 8vo piccolo, cap. 53, fine, a car. 146, p. II, cap. 62, 63, 100, 101, principio.