Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/4190: differenze tra le versioni

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[p. 117 modifica] per la felicità umana (Bologna, 13 luglio 1826).


*    Tabacco. Sua utilità. Suoi piaceri: piú innocenti di tutti gli altri al corpo e all’animo; meno vergognosi a confessarsi, immuni dal lato dell’opinione; piú facili a conseguirsi, di poco prezzo e adattati a tutte le fortune; piú durevoli, piú replicabili (Bologna, 13 luglio 1826).


*    Ser-g-ius - Ser-v-ius.


*    Smiris - smeriglio. [p. 118 modifica]


*    Lampare-lampeggiare. Volgere-voltare-volteggiare, voltiger.


*    Avvolticchiare. Smiracchiare. Vedi Monti, Proposta, p. XXXIV, not.


*    Malastroso, cioè infelice, per ribaldo. Vedi Monti, Proposta, t. VI, p. XLIX, not.


*    Caro, Eneide, l. IV, v. 412: E piú non disse, Né piú (né altra, cioè né alcuna) risposta attese; anzi dicendo, Uscío d’umana forma e dileguossi (Bologna, 15 luglio 1826).


*    Propterea dicebat Bion μὴ δυνατὸν εἶναι τοῖς πολλοῖς ἀρέσκειν, εἰ μὴ πλακοῦντα γενόμενον ἢ Θάσιον: non posse aliquem vulgo omnibus placere, nisi placenta fieret aut vinum Thasium. Casaub. ad Athenae., l. III, c. 29 (Bologna, 17 luglio 1826).


*    Ἦτρον-ἤτριον.


*    Vedi πλύνειν e suoi composti usati per biasimare, sparlare ec., ap. Casaub. ad Athenae., l. III, c. 32, modo analogo al nostro lavare il capo ec. (Bologna, 20 luglio 1826).


*    Tero-tritum-tritare-stritolare, triturare.


*    Sclamare-schiamazzare.


*    E ciò che forse potrebbe sorprendere si è che l’insalubrità dell’aria è quasi sempre sicuro indizio di straordinaria fertilità del suolo. Gioia, Filosofia della statistica, Milano, 1826, tom. I, ap. l’Antologia di Firenze, giugno 1826, n. 66, p. 84. Narra (il Gioia) dell’Harmattan, vento soffiante sopra una parte [p. 119 modifica]della costa d’Affrica fra il capo Verde e il capo Lopez, pestifero a’ vegetabili e saluberrimo agli animali. Quelli che sono travagliati dal flusso di ventre, dalle febbri intermittenti, guariscono al soffio dell’Harmattan. Quelli le cui forze furono esauste da eccessive cavate di sangue, ricuperano le loro forze a dispetto e con grande sorpresa del medico. Questo vento discaccia le epidemie, fa sparire il vaiuolo affatto, e non si riesce a comunicarne il contagio neanche col soccorso dell’arte. Tanto è vero che ciò che nuoce alla vita vegetativa è utilissimo alla vita animale, ed all’opposto (Journal des voyages t. XIX, p. 111). Ivi, p. 85. Questa opposizione tra due regni cosí analoghi, cosí vicini, anzi prossimi, nell’ordine naturale; e cosí necessarii reciprocamente; cosí inevitabilmente, per dir cosí, conviventi; è una nuova prova della somma provvidenza, bontà, benevolenza della Natura verso i suoi parti (Bologna, 28 luglio 1826).


*    Nominiamo francamente tutto giorno le leggi della natura (anche per rigettare come impossibile questo o quel fatto) quasi che noi conoscessimo della natura altro che fatti, e pochi fatti. Le pretese leggi della natura non sono altro che i fatti che noi conosciamo. - Oggi, con molta ragione, i veri filosofi, all’udir fatti incredibili, sospendono il loro giudizio, senza osar di pronunziare della loro impossibilità. Cosí accade per esempio nel Mesmerismo, che tempo addietro ogni filosofo avrebbe rigettato come assurdo, senz’altro esame, come contrario alle leggi della natura. Oggi si sa abbastanza generalmente che le leggi della natura non si sanno. Tanto è vero che il progresso