Rime (Stampa)/Rime d'amore/CLXXX: differenze tra le versioni

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<poem>
<poem>
Certo fate gran torto a la mia fede,
Certo fate gran torto a la mia fede,
conte, sovra ogni fé candida e pura,
conte, sovra ogni fé candida e pura,
a dir che 'n Francia è più salda e più dura
a dir che ’n Francia è più salda e più dura
la fé di quelle donne a chi lor crede.
la fé di quelle donne a chi lor crede.
Se, come Amor ch'i pensier dentro vede,
Se, come Amor ch’i pensier dentro vede,
e passa ov'occhio uman non s'assicura,
e passa ov’occhio uman non s’assicura,
penetraste anco voi per mia ventura
penetraste anco voi per mia ventura
ove l'imagin vostra altera siede,
ove l’imagin vostra altera siede,
voi la vedreste salda come scoglio,
voi la vedreste salda come scoglio,
immobilmente appresso del mio core,
immobilmente appresso del mio core,
e diporreste meco il vostro orgoglio.
e diporreste meco il vostro orgoglio.
Ma voi vedete sol quel ch'appar fuore;
Ma voi vedete sol quel ch’appar fuore;
per questo io resto, misera, uno scoglio,
per questo io resto, misera, uno scoglio,
e voi credete poco al mio dolore.
e voi credete poco al mio dolore.
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Versione delle 21:04, 7 ott 2010

Rime d'amore - CLXXIX Rime d'amore - CLXXXI

 
Certo fate gran torto a la mia fede,
conte, sovra ogni fé candida e pura,
a dir che ’n Francia è più salda e più dura
la fé di quelle donne a chi lor crede.
Se, come Amor ch’i pensier dentro vede,
e passa ov’occhio uman non s’assicura,
penetraste anco voi per mia ventura
ove l’imagin vostra altera siede,
voi la vedreste salda come scoglio,
immobilmente appresso del mio core,
e diporreste meco il vostro orgoglio.
Ma voi vedete sol quel ch’appar fuore;
per questo io resto, misera, uno scoglio,
e voi credete poco al mio dolore.