Divina Commedia/Purgatorio/Canto XIX: differenze tra le versioni

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''Canto XIX, ove tratta de la essenza del quinto girone e qui si purga la colpa de l'avarizia; dove nomina papa Adriano nato di Genova de' conti da Lavagna.''
''Canto XIX, ove tratta de la essenza del quinto girone e qui si purga la colpa de l’avarizia; dove nomina papa Adriano nato di Genova de’ conti da Lavagna.''
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Ne l'ora che non può 'l calor dïurno
Ne l’ora che non può ’l calor dïurno
intepidar più 'l freddo de la luna,
intepidar più ’l freddo de la luna,
vinto da terra, e talor da Saturno {{r|3}}
vinto da terra, e talor da Saturno {{r|3}}


- quando i geomanti lor Maggior Fortuna
- quando i geomanti lor Maggior Fortuna
veggiono in orïente, innanzi a l'alba,
veggiono in orïente, innanzi a l’alba,
surger per via che poco le sta bruna -, {{r|6}}
surger per via che poco le sta bruna -, {{r|6}}


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con le man monche, e di colore scialba. {{r|9}}
con le man monche, e di colore scialba. {{r|9}}


Io la mirava; e come 'l sol conforta
Io la mirava; e come ’l sol conforta
le fredde membra che la notte aggrava,
le fredde membra che la notte aggrava,
così lo sguardo mio le facea scorta {{r|12}}
così lo sguardo mio le facea scorta {{r|12}}


la lingua, e poscia tutta la drizzava
la lingua, e poscia tutta la drizzava
in poco d'ora, e lo smarrito volto,
in poco d’ora, e lo smarrito volto,
com'amor vuol, così le colorava. {{r|15}}
com’amor vuol, così le colorava. {{r|15}}


Poi ch'ell'avea 'l parlar così disciolto,
Poi ch’ell’avea ’l parlar così disciolto,
cominciava a cantar sì, che con pena
cominciava a cantar sì, che con pena
da lei avrei mio intento rivolto. {{r|18}}
da lei avrei mio intento rivolto. {{r|18}}


"Io son", cantava, "io son dolce serena,
"Io son", cantava, "io son dolce serena,
che ' marinari in mezzo mar dismago;
che marinari in mezzo mar dismago;
tanto son di piacere a sentir piena! {{r|21}}
tanto son di piacere a sentir piena! {{r|21}}


Io volsi Ulisse del suo cammin vago
Io volsi Ulisse del suo cammin vago
al canto mio; e qual meco s'ausa,
al canto mio; e qual meco s’ausa,
rado sen parte; sì tutto l'appago!". {{r|24}}
rado sen parte; sì tutto l’appago!". {{r|24}}


Ancor non era sua bocca richiusa,
Ancor non era sua bocca richiusa,
quand'una donna apparve santa e presta
quand’una donna apparve santa e presta
lunghesso me per far colei confusa. {{r|27}}
lunghesso me per far colei confusa. {{r|27}}


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con li occhi fitti pur in quella onesta. {{r|30}}
con li occhi fitti pur in quella onesta. {{r|30}}


L'altra prendea, e dinanzi l'apria
L’altra prendea, e dinanzi l’apria
fendendo i drappi, e mostravami 'l ventre;
fendendo i drappi, e mostravami ’l ventre;
quel mi svegliò col puzzo che n'uscia. {{r|33}}
quel mi svegliò col puzzo che n’uscia. {{r|33}}


Io mossi li occhi, e 'l buon maestro: "Almen tre
Io mossi li occhi, e ’l buon maestro: "Almen tre
voci t' ho messe!", dicea, "Surgi e vieni;
voci t’ ho messe!", dicea, "Surgi e vieni;
troviam l'aperta per la qual tu entre". {{r|36}}
troviam l’aperta per la qual tu entre". {{r|36}}


Sù mi levai, e tutti eran già pieni
Sù mi levai, e tutti eran già pieni
de l'alto dì i giron del sacro monte,
de l’alto dì i giron del sacro monte,
e andavam col sol novo a le reni. {{r|39}}
e andavam col sol novo a le reni. {{r|39}}


Seguendo lui, portava la mia fronte
Seguendo lui, portava la mia fronte
come colui che l' ha di pensier carca,
come colui che l’ ha di pensier carca,
che fa di sé un mezzo arco di ponte; {{r|42}}
che fa di sé un mezzo arco di ponte; {{r|42}}


quand'io udi' "Venite; qui si varca"
quand’io udi’ "Venite; qui si varca"
parlare in modo soave e benigno,
parlare in modo soave e benigno,
qual non si sente in questa mortal marca. {{r|45}}
qual non si sente in questa mortal marca. {{r|45}}


Con l'ali aperte, che parean di cigno,
Con l’ali aperte, che parean di cigno,
volseci in sù colui che sì parlonne
volseci in sù colui che sì parlonne
tra due pareti del duro macigno. {{r|48}}
tra due pareti del duro macigno. {{r|48}}


Mosse le penne poi e ventilonne,
Mosse le penne poi e ventilonne,
'Qui lugent'affermando esser beati,
’Qui lugent’affermando esser beati,
ch'avran di consolar l'anime donne. {{r|51}}
ch’avran di consolar l’anime donne. {{r|51}}


"Che hai che pur inver' la terra guati?",
"Che hai che pur inver’ la terra guati?",
la guida mia incominciò a dirmi,
la guida mia incominciò a dirmi,
poco amendue da l'angel sormontati. {{r|54}}
poco amendue da l’angel sormontati. {{r|54}}


E io: "Con tanta sospeccion fa irmi
E io: "Con tanta sospeccion fa irmi
novella visïon ch'a sé mi piega,
novella visïon ch’a sé mi piega,
ch'io non posso dal pensar partirmi". {{r|57}}
ch’io non posso dal pensar partirmi". {{r|57}}


"Vedesti", disse, "quell'antica strega
"Vedesti", disse, "quell’antica strega
che sola sovr'a noi omai si piagne;
che sola sovr’a noi omai si piagne;
vedesti come l'uom da lei si slega. {{r|60}}
vedesti come l’uom da lei si slega. {{r|60}}


Bastiti, e batti a terra le calcagne;
Bastiti, e batti a terra le calcagne;
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lo rege etterno con le rote magne". {{r|63}}
lo rege etterno con le rote magne". {{r|63}}


Quale 'l falcon, che prima a' piè si mira,
Quale ’l falcon, che prima a’ piè si mira,
indi si volge al grido e si protende
indi si volge al grido e si protende
per lo disio del pasto che là il tira, {{r|66}}
per lo disio del pasto che là il tira, {{r|66}}


tal mi fec'io; e tal, quanto si fende
tal mi fec’io; e tal, quanto si fende
la roccia per dar via a chi va suso,
la roccia per dar via a chi va suso,
n'andai infin dove 'l cerchiar si prende. {{r|69}}
n’andai infin dove ’l cerchiar si prende. {{r|69}}


Com'io nel quinto giro fui dischiuso,
Com’io nel quinto giro fui dischiuso,
vidi gente per esso che piangea,
vidi gente per esso che piangea,
giacendo a terra tutta volta in giuso. {{r|72}}
giacendo a terra tutta volta in giuso. {{r|72}}


'Adhaesit pavimento anima mea'
’Adhaesit pavimento anima mea’
sentia dir lor con sì alti sospiri,
sentia dir lor con sì alti sospiri,
che la parola a pena s'intendea. {{r|75}}
che la parola a pena s’intendea. {{r|75}}


"O eletti di Dio, li cui soffriri
"O eletti di Dio, li cui soffriri
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le vostre destre sien sempre di fori". {{r|81}}
le vostre destre sien sempre di fori". {{r|81}}


Così pregò 'l poeta, e sì risposto
Così pregò ’l poeta, e sì risposto
poco dinanzi a noi ne fu; per ch'io
poco dinanzi a noi ne fu; per ch’io
nel parlare avvisai l'altro nascosto, {{r|84}}
nel parlare avvisai l’altro nascosto, {{r|84}}


e volsi li occhi a li occhi al segnor mio:
e volsi li occhi a li occhi al segnor mio:
ond'elli m'assentì con lieto cenno
ond’elli m’assentì con lieto cenno
ciò che chiedea la vista del disio. {{r|87}}
ciò che chiedea la vista del disio. {{r|87}}


Poi ch'io potei di me fare a mio senno,
Poi ch’io potei di me fare a mio senno,
trassimi sovra quella creatura
trassimi sovra quella creatura
le cui parole pria notar mi fenno, {{r|90}}
le cui parole pria notar mi fenno, {{r|90}}


dicendo: "Spirto in cui pianger matura
dicendo: "Spirto in cui pianger matura
quel sanza 'l quale a Dio tornar non pòssi,
quel sanza ’l quale a Dio tornar non pòssi,
sosta un poco per me tua maggior cura. {{r|93}}
sosta un poco per me tua maggior cura. {{r|93}}


Chi fosti e perché vòlti avete i dossi
Chi fosti e perché vòlti avete i dossi
al sù, mi dì, e se vuo' ch'io t'impetri
al sù, mi dì, e se vuo’ ch’io t’impetri
cosa di là ond'io vivendo mossi". {{r|96}}
cosa di là ond’io vivendo mossi". {{r|96}}


Ed elli a me: "Perché i nostri diretri
Ed elli a me: "Perché i nostri diretri
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scias quod ego fui successor Petri. {{r|99}}
scias quod ego fui successor Petri. {{r|99}}


Intra Sïestri e Chiaveri s'adima
Intra Sïestri e Chiaveri s’adima
una fiumana bella, e del suo nome
una fiumana bella, e del suo nome
lo titol del mio sangue fa sua cima. {{r|102}}
lo titol del mio sangue fa sua cima. {{r|102}}


Un mese e poco più prova' io come
Un mese e poco più prova’ io come
pesa il gran manto a chi dal fango il guarda,
pesa il gran manto a chi dal fango il guarda,
che piuma sembran tutte l'altre some. {{r|105}}
che piuma sembran tutte l’altre some. {{r|105}}


La mia conversïone, omè!, fu tarda;
La mia conversïone, omè!, fu tarda;
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così scopersi la vita bugiarda. {{r|108}}
così scopersi la vita bugiarda. {{r|108}}


Vidi che lì non s'acquetava il core,
Vidi che lì non s’acquetava il core,
né più salir potiesi in quella vita;
né più salir potiesi in quella vita;
per che di questa in me s'accese amore. {{r|111}}
per che di questa in me s’accese amore. {{r|111}}


{{§|Fino a quel punto misera e partita|Fino a quel punto misera e partita
{{§|Fino a quel punto misera e partita|Fino a quel punto misera e partita
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or, come vedi, qui ne son punita.}} {{r|114}}
or, come vedi, qui ne son punita.}} {{r|114}}


Quel ch'avarizia fa, qui si dichiara
Quel ch’avarizia fa, qui si dichiara
in purgazion de l'anime converse;
in purgazion de l’anime converse;
e nulla pena il monte ha più amara. {{r|117}}
e nulla pena il monte ha più amara. {{r|117}}


Sì come l'occhio nostro non s'aderse
Sì come l’occhio nostro non s’aderse
in alto, fisso a le cose terrene,
in alto, fisso a le cose terrene,
così giustizia qui a terra il merse. {{r|120}}
così giustizia qui a terra il merse. {{r|120}}
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così giustizia qui stretti ne tene, {{r|123}}
così giustizia qui stretti ne tene, {{r|123}}


ne' piedi e ne le man legati e presi;
ne’ piedi e ne le man legati e presi;
e quanto fia piacer del giusto Sire,
e quanto fia piacer del giusto Sire,
tanto staremo immobili e distesi". {{r|126}}
tanto staremo immobili e distesi". {{r|126}}


Io m'era inginocchiato e volea dire;
Io m’era inginocchiato e volea dire;
ma com'io cominciai ed el s'accorse,
ma com’io cominciai ed el s’accorse,
solo ascoltando, del mio reverire, {{r|129}}
solo ascoltando, del mio reverire, {{r|129}}


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Se mai quel santo evangelico suono
Se mai quel santo evangelico suono
che dice 'Neque nubent'intendesti,
che dice ’Neque nubent’intendesti,
ben puoi veder perch'io così ragiono. {{r|138}}
ben puoi veder perch’io così ragiono. {{r|138}}


Vattene omai: non vo' che più t'arresti;
Vattene omai: non vo’ che più t’arresti;
ché la tua stanza mio pianger disagia,
ché la tua stanza mio pianger disagia,
col qual maturo ciò che tu dicesti. {{r|141}}
col qual maturo ciò che tu dicesti. {{r|141}}


Nepote ho io di là c' ha nome Alagia,
Nepote ho io di là c’ ha nome Alagia,
buona da sé, pur che la nostra casa
buona da sé, pur che la nostra casa
non faccia lei per essempro malvagia; {{r|144}}
non faccia lei per essempro malvagia; {{r|144}}


e questa sola di là m'è rimasa".
e questa sola di là m’è rimasa".
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[[cs:Božská komedie/Očistec/Zpěv devatenáctý]]
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Versione delle 22:00, 10 ott 2010

Purgatorio - Canto XVIII Purgatorio - Canto XX


Canto XIX, ove tratta de la essenza del quinto girone e qui si purga la colpa de l’avarizia; dove nomina papa Adriano nato di Genova de’ conti da Lavagna.

 
Ne l’ora che non può ’l calor dïurno
intepidar più ’l freddo de la luna,
vinto da terra, e talor da Saturno 3

- quando i geomanti lor Maggior Fortuna
veggiono in orïente, innanzi a l’alba,
surger per via che poco le sta bruna -, 6

mi venne in sogno una femmina balba,
ne li occhi guercia, e sovra i piè distorta,
con le man monche, e di colore scialba. 9

Io la mirava; e come ’l sol conforta
le fredde membra che la notte aggrava,
così lo sguardo mio le facea scorta 12

la lingua, e poscia tutta la drizzava
in poco d’ora, e lo smarrito volto,
com’amor vuol, così le colorava. 15

Poi ch’ell’avea ’l parlar così disciolto,
cominciava a cantar sì, che con pena
da lei avrei mio intento rivolto. 18

"Io son", cantava, "io son dolce serena,
che ’ marinari in mezzo mar dismago;
tanto son di piacere a sentir piena! 21

Io volsi Ulisse del suo cammin vago
al canto mio; e qual meco s’ausa,
rado sen parte; sì tutto l’appago!". 24

Ancor non era sua bocca richiusa,
quand’una donna apparve santa e presta
lunghesso me per far colei confusa. 27

"O Virgilio, Virgilio, chi è questa?",
fieramente dicea; ed el venìa
con li occhi fitti pur in quella onesta. 30

L’altra prendea, e dinanzi l’apria
fendendo i drappi, e mostravami ’l ventre;
quel mi svegliò col puzzo che n’uscia. 33

Io mossi li occhi, e ’l buon maestro: "Almen tre
voci t’ ho messe!", dicea, "Surgi e vieni;
troviam l’aperta per la qual tu entre". 36

Sù mi levai, e tutti eran già pieni
de l’alto dì i giron del sacro monte,
e andavam col sol novo a le reni. 39

Seguendo lui, portava la mia fronte
come colui che l’ ha di pensier carca,
che fa di sé un mezzo arco di ponte; 42

quand’io udi’ "Venite; qui si varca"
parlare in modo soave e benigno,
qual non si sente in questa mortal marca. 45

Con l’ali aperte, che parean di cigno,
volseci in sù colui che sì parlonne
tra due pareti del duro macigno. 48

Mosse le penne poi e ventilonne,
’Qui lugent’affermando esser beati,
ch’avran di consolar l’anime donne. 51

"Che hai che pur inver’ la terra guati?",
la guida mia incominciò a dirmi,
poco amendue da l’angel sormontati. 54

E io: "Con tanta sospeccion fa irmi
novella visïon ch’a sé mi piega,
sì ch’io non posso dal pensar partirmi". 57

"Vedesti", disse, "quell’antica strega
che sola sovr’a noi omai si piagne;
vedesti come l’uom da lei si slega. 60

Bastiti, e batti a terra le calcagne;
li occhi rivolgi al logoro che gira
lo rege etterno con le rote magne". 63

Quale ’l falcon, che prima a’ piè si mira,
indi si volge al grido e si protende
per lo disio del pasto che là il tira, 66

tal mi fec’io; e tal, quanto si fende
la roccia per dar via a chi va suso,
n’andai infin dove ’l cerchiar si prende. 69

Com’io nel quinto giro fui dischiuso,
vidi gente per esso che piangea,
giacendo a terra tutta volta in giuso. 72

’Adhaesit pavimento anima mea’
sentia dir lor con sì alti sospiri,
che la parola a pena s’intendea. 75

"O eletti di Dio, li cui soffriri
e giustizia e speranza fa men duri,
drizzate noi verso li alti saliri". 78

"Se voi venite dal giacer sicuri,
e volete trovar la via più tosto,
le vostre destre sien sempre di fori". 81

Così pregò ’l poeta, e sì risposto
poco dinanzi a noi ne fu; per ch’io
nel parlare avvisai l’altro nascosto, 84

e volsi li occhi a li occhi al segnor mio:
ond’elli m’assentì con lieto cenno
ciò che chiedea la vista del disio. 87

Poi ch’io potei di me fare a mio senno,
trassimi sovra quella creatura
le cui parole pria notar mi fenno, 90

dicendo: "Spirto in cui pianger matura
quel sanza ’l quale a Dio tornar non pòssi,
sosta un poco per me tua maggior cura. 93

Chi fosti e perché vòlti avete i dossi
al sù, mi dì, e se vuo’ ch’io t’impetri
cosa di là ond’io vivendo mossi". 96

Ed elli a me: "Perché i nostri diretri
rivolga il cielo a sé, saprai; ma prima
scias quod ego fui successor Petri. 99

Intra Sïestri e Chiaveri s’adima
una fiumana bella, e del suo nome
lo titol del mio sangue fa sua cima. 102

Un mese e poco più prova’ io come
pesa il gran manto a chi dal fango il guarda,
che piuma sembran tutte l’altre some. 105

La mia conversïone, omè!, fu tarda;
ma, come fatto fui roman pastore,
così scopersi la vita bugiarda. 108

Vidi che lì non s’acquetava il core,
né più salir potiesi in quella vita;
per che di questa in me s’accese amore. 111

Fino a quel punto misera e partita
da Dio anima fui, del tutto avara;
or, come vedi, qui ne son punita.
114

Quel ch’avarizia fa, qui si dichiara
in purgazion de l’anime converse;
e nulla pena il monte ha più amara. 117

Sì come l’occhio nostro non s’aderse
in alto, fisso a le cose terrene,
così giustizia qui a terra il merse. 120

Come avarizia spense a ciascun bene
lo nostro amore, onde operar perdési,
così giustizia qui stretti ne tene, 123

ne’ piedi e ne le man legati e presi;
e quanto fia piacer del giusto Sire,
tanto staremo immobili e distesi". 126

Io m’era inginocchiato e volea dire;
ma com’io cominciai ed el s’accorse,
solo ascoltando, del mio reverire, 129

"Qual cagion", disse, "in giù così ti torse?".
E io a lui: "Per vostra dignitate
mia coscïenza dritto mi rimorse". 132

"Drizza le gambe, lèvati sù, frate!",
rispuose; "non errar: conservo sono
teco e con li altri ad una podestate. 135

Se mai quel santo evangelico suono
che dice ’Neque nubent’intendesti,
ben puoi veder perch’io così ragiono. 138

Vattene omai: non vo’ che più t’arresti;
ché la tua stanza mio pianger disagia,
col qual maturo ciò che tu dicesti. 141

Nepote ho io di là c’ ha nome Alagia,
buona da sé, pur che la nostra casa
non faccia lei per essempro malvagia; 144

e questa sola di là m’è rimasa".


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