Pagina:Storia della letteratura italiana I.djvu/50: differenze tra le versioni
mNessun oggetto della modifica |
mNessun oggetto della modifica |
||
Piè di pagina (non incluso) | Piè di pagina (non incluso) | ||
Riga 1: | Riga 1: | ||
<references/> |
Versione delle 22:13, 5 dic 2010
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
filosofia, è pura esperienza e tradizione, nella forma di motto o proverbio, che riassume la sapienza degli avi. Il motto rimato è la più antica forma di poesia nel nostro volgare. Ecco alcuni motti antichissimi:
Ancella donnea, |
Di questa fatta sono una filza di motti ammassati da Jacopone in un suo carme, una specie di catechismo a uso della vita, illustrati brevemente da qualche immagine o paragone, ora goffo, ora egregio di concetto e di forma. Sulla vanità della vita dice:
Lo fior la mane è nato, |
Ciò che nella sua semplicità ha più efficacia, che la elegante traduzione dello stesso concetto fatta dal Poliziano, la quale ti pare una Venere intonacata e lisciata:
Fresca è la rosa di mattino: e a sera |
I motti di Jacopone sono pensieri morali espressi per esempio e per immagini, come fa l’immaginazione popolare, e nella loro brevità e succo è il principale attrattivo.
<poem> Ove temi pericolo,
Non fare spesso posa. Sappi di polver tollere La pietra prezïosa, E da uom senza grazia |