Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo I.djvu/453: differenze tra le versioni
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suo, o ad alcuno fosse vicino; e così fece tanto nel paese superiore, quanto nel nuovo e vecchio Epiro, dove fortificò la citta di Giustinianopoli, detta Adrianopoli prima. |
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Riparò eziandio Nicopoli, Fotica, e Fenice: i quali due luoghi ultimi, perché posti in basse terre, e cinti da acque stagnanti, non riputando egli possibile farli sicuri con mura, che si tenessero salde, a nessuno |
Riparò eziandio Nicopoli, Fotica, e Fenice: i quali due luoghi ultimi, perché posti in basse terre, e cinti da acque stagnanti, non riputando egli possibile farli sicuri con mura, che si tenessero salde, a nessuno d’essi mutò forma: bensì sopra una vicina altura assai scoscesa piantò varii castelli, che li difendessero. Era in quelle parti una citta antica, abbondante d’acqua, e di nome assai conveniente alla natura del sito, poiché anticamente era detta Eurea. Aveva essa non lungi un lago, e nel mezzo di questo un’isola, su cui s’alzava un colle: tanto poi di terra lasciava quel lago, quanto bastava per somministrare il passo a quell’isola; e l’Imperadore fatti passare colà gli abitanti, una fortissima città vi piantò ben murata, e d’ogni difesa fornita. |
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Oltre tutto l’Epiro, e scorse l’EtoIia e l’Acarnania, succedono il seno Crisseo, l’istmo, Corinto, e la rimanente Grecia; dove singolarmente spiccò la provvidenza dell’imperadore. Ed é invero mirabil cosa che con tante mura corroborasse l’ Impero romano. Ma fra tutti i varii luoghi, a cui le sue cure si estesero, vuolsi spezialmente far menzione di quelle, che si prese per le |
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suo, o ad alcuno fosse vicino; e così fece tanto nel paese superiore, quanto nel nuovo e vecchio Epiro, dove fortificò la citta di Giustinianopoli, detta Adrianopoli prima.
Riparò eziandio Nicopoli, Fotica, e Fenice: i quali due luoghi ultimi, perché posti in basse terre, e cinti da acque stagnanti, non riputando egli possibile farli sicuri con mura, che si tenessero salde, a nessuno d’essi mutò forma: bensì sopra una vicina altura assai scoscesa piantò varii castelli, che li difendessero. Era in quelle parti una citta antica, abbondante d’acqua, e di nome assai conveniente alla natura del sito, poiché anticamente era detta Eurea. Aveva essa non lungi un lago, e nel mezzo di questo un’isola, su cui s’alzava un colle: tanto poi di terra lasciava quel lago, quanto bastava per somministrare il passo a quell’isola; e l’Imperadore fatti passare colà gli abitanti, una fortissima città vi piantò ben murata, e d’ogni difesa fornita.
CAPO II.
Oltre tutto l’Epiro, e scorse l’EtoIia e l’Acarnania, succedono il seno Crisseo, l’istmo, Corinto, e la rimanente Grecia; dove singolarmente spiccò la provvidenza dell’imperadore. Ed é invero mirabil cosa che con tante mura corroborasse l’ Impero romano. Ma fra tutti i varii luoghi, a cui le sue cure si estesero, vuolsi spezialmente far menzione di quelle, che si prese per le