Pagina:Alfieri - Tragedie, Siena 1783, II.djvu/18: differenze tra le versioni
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Ma, non sai tu, che di chi regna ai moti
Veglian maligni, intensi, invidi, quanti
Gli intorno riverenti in atto?
Omai tu sola il mormorar del Volgo
210Non odi; e crede, che ad ogni Uom nascosto
Sia ciò, che mal nascondi, e che a te sola
Dir non s'ardisce. Amor t'acceca.
Clitennestra.
Amore?
Misera me! Chi mi tradì?
Elettra.
Tu stessa,
Gran pezza è già. Dal labbro tuo non deggio
215 Di cotal fiamma udir: troppo costarti
De il favellarne. O Madre, amata Madre,
Che fai? nol cred'io nò, che ardente fiamma
T'abbi nel core. Involontario affetto
Misto a pietà, che giovinezza inspira,
220Quando infelice ell'èconti, son questi gli ami,
A cui senza avvedertene sei presa.
Di te finor chiesto non hai severa