Pagina:Versi di Giacomo Zanella.djvu/22: differenze tra le versioni

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Fragorose sormontano, le antenne
Fragorose sormontano, le antenne
Caggiono avvolte e pe’ sdrusciti fianchi
Caggiono avvolte e pe’ sdrusciti fianchi
L’onda nemica nella stiva irrompe;
{{R|135}}L’onda nemica nella stiva irrompe;
Al chiaror de’ baleni il navigante
Al chiaror de’ baleni il navigante
Ultimi detti a picciol foglio affida
Ultimi detti a picciol foglio affida
Che in una fiala all’impeto abbandona
Che in una fiala all’impeto abbandona
Delle cieche correnti. Il mare inghiotte
Delle cieche correnti. Il mare inghiotte
Colla nave il nocchier; ma viatrice
{{R|140}}Colla nave il nocchier; ma viatrice
Instancabile nuota alla tempesta
Instancabile nuota alla tempesta
Non men ch’alla bonaccia, e non riposa
Non men ch’alla bonaccia, e non riposa
Nè per notte giammai nè per meriggio
Nè per notte giammai nè per meriggio
Quella pia cristallina urna, che un giorno
Quella pia cristallina urna, che un giorno
Al pescator che la levò dall’alghe,
{{R|145}}Al pescator che la levò dall’alghe,
Narrerà novi climi, isole nove
Narrerà novi climi, isole nove
E fiammante di nove Iadi la notte.
E fiammante di nove Iadi la notte.
Inavvedutamente a scura rupe
Inavvedutamente a scura rupe
Tu pur rompesti, o Galileo: sorrise
Tu pur rompesti, o Galileo: sorrise
De’ tuoi naufragi il Vaticano, e chiuso
{{R|150}}De’ tuoi naufragi il Vaticano, e chiuso
Nel silenzio sperò di questi colli
Nel silenzio sperò di questi colli
L’odiato vero. Ma la tua parola
L’odiato vero. Ma la tua parola
Indefessa vïaggia, e non del Reno
Indefessa vïaggia, e non del Reno
Alle rive soltanto e del Tamigi,
Alle rive soltanto e del Tamigi,
Ove già franco de’ vetusti ceppi
{{R|155}}Ove già franco de’ vetusti ceppi
Liberissime vie batte il pensiero;
Liberissime vie batte il pensiero;
Ma del nemico Tevere sull’onde
Ma del nemico Tevere sull’onde
Venerata risuona; e qualche pio,
Venerata risuona; e qualche pio,</poem>
</poem>

Versione delle 15:17, 20 feb 2011

Donde movea, sian raffreddati i marmi.
Ne’ deserti del mar, quando le spume
Fragorose sormontano, le antenne
Caggiono avvolte e pe’ sdrusciti fianchi
135L’onda nemica nella stiva irrompe;
Al chiaror de’ baleni il navigante
Ultimi detti a picciol foglio affida
Che in una fiala all’impeto abbandona
Delle cieche correnti. Il mare inghiotte
140Colla nave il nocchier; ma viatrice
Instancabile nuota alla tempesta
Non men ch’alla bonaccia, e non riposa
Nè per notte giammai nè per meriggio
Quella pia cristallina urna, che un giorno
145Al pescator che la levò dall’alghe,
Narrerà novi climi, isole nove
E fiammante di nove Iadi la notte.
Inavvedutamente a scura rupe
Tu pur rompesti, o Galileo: sorrise
150De’ tuoi naufragi il Vaticano, e chiuso
Nel silenzio sperò di questi colli
L’odiato vero. Ma la tua parola
Indefessa vïaggia, e non del Reno
Alle rive soltanto e del Tamigi,
155Ove già franco de’ vetusti ceppi
Liberissime vie batte il pensiero;
Ma del nemico Tevere sull’onde
Venerata risuona; e qualche pio,