Pagina:Le confessioni di un ottuagenario II.djvu/147: differenze tra le versioni

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— Sul mio cuore! — io ebbi volontà di risponderle —
— Sul mio cuore! — io ebbi volontà di risponderle —
sul mio cuore ove hai dormito tante volte essendo bambina
sul mio cuore ove hai dormito tante volte essendo bambina
e non hai avuto a lagnartene ! — Ma la Pisana s' era fatta
e non hai avuto a lagnartene ! — Ma la Pisana s’ era fatta
tanto leggiadra in quel movimento mescolato d' amore e
tanto leggiadra in quel movimento mescolato d’ amore e
di vergogna , di sfacciataggine e di riservatezza , che io fui
di vergogna , di sfacciataggine e di riservatezza , che io fui
costretto a rispettare una si bella opera di virtù, e trattenni
costretto a rispettare una si bella opera di virtù, e trattenni
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è certo del fatto suo , ma se ne compiace sempre come
è certo del fatto suo , ma se ne compiace sempre come
d’altrettante sorprese.
d’altrettante sorprese.
— Pisana , — le risposi con voce assai calma e una modestia esemplarissima; — qui tu sei la padrona, te l'ho
— Pisana , — le risposi con voce assai calma e una modestia esemplarissima; — qui tu sei la padrona, te l’ho
detto fin da principio. Tu mi onori della tua confidenza, e si
detto fin da principio. Tu mi onori della tua confidenza, e si
spetta a me il mostrarmene degno. Ogni camera ha solidi
spetta a me il mostrarmene degno. Ogni camera ha solidi
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sulla calle, se vuoi, che non me ne lamenterò. —
sulla calle, se vuoi, che non me ne lamenterò. —
Ella per sola risposta mi buttò le braccia al collo, e
Ella per sola risposta mi buttò le braccia al collo, e
riconobbi in quel subito trasporto la mia Pisana d' una
riconobbi in quel subito trasporto la mia Pisana d’ una
volta. Tuttavia ebbi la delicatezza o l' accorgimento di non
volta. Tuttavia ebbi la delicatezza o l’ accorgimento di non
prevalermene , e le diedi tempo a riaversi, e a correggere
prevalermene , e le diedi tempo a riaversi, e a correggere
colla parola la soverchia ingenuità del cuore.
colla parola la soverchia ingenuità del cuore.
— Siamo come fratelli, n'è vero? — soggiunse ella
— Siamo come fratelli, n’è vero? — soggiunse ella
imbrogliandosi colla lingua in queste parole, e rassettando
imbrogliandosi colla lingua in queste parole, e rassettando
l' imbroglio con un colpo di tosse. — N’è vero che staremo bene insieme, come ai nostri giorni beati di Fratta? —
l’ imbroglio con un colpo di tosse. — N’è vero che staremo bene insieme, come ai nostri giorni beati di Fratta? —
Si stette allora a me di sollevarmi tutto per un brivido
Si stette allora a me di sollevarmi tutto per un brivido
che corse per tutte le vene; e la Pisana stoglieva lo sguardo
che corse per tutte le vene; e la Pisana stoglieva lo sguardo
e non sapeva che cosa aggiungere, e alla fine io m'addiedi in
e non sapeva che cosa aggiungere, e alla fine io m’addiedi in


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Versione delle 16:50, 15 mag 2011

CAPITOLO DECIMOQUARTO. 139 ma le altre le pronunciò più sommesse, e cogli occhi erranti qua e là. — Sul mio cuore! — io ebbi volontà di risponderle — sul mio cuore ove hai dormito tante volte essendo bambina e non hai avuto a lagnartene ! — Ma la Pisana s’ era fatta tanto leggiadra in quel movimento mescolato d’ amore e di vergogna , di sfacciataggine e di riservatezza , che io fui costretto a rispettare una si bella opera di virtù, e trattenni perfino il soffio del desiderio per non appannarne la purezza. Giunsi financo a dimenticare la dimestichezza in altri tempi avuta con lei , e a credere che se avessi osato toccarla allora, sarebbe stata proprio la prima volta. Somigliava un valente suonatore di violino, che si propone le più ardue difficoltà per avere il piacere di superarle ; ed egli è certo del fatto suo , ma se ne compiace sempre come d’altrettante sorprese. — Pisana , — le risposi con voce assai calma e una modestia esemplarissima; — qui tu sei la padrona, te l’ho detto fin da principio. Tu mi onori della tua confidenza, e si spetta a me il mostrarmene degno. Ogni camera ha solidi catenacci e questa è la chiave di casa; tu puoi serrarmi fuori sulla calle, se vuoi, che non me ne lamenterò. — Ella per sola risposta mi buttò le braccia al collo, e riconobbi in quel subito trasporto la mia Pisana d’ una volta. Tuttavia ebbi la delicatezza o l’ accorgimento di non prevalermene , e le diedi tempo a riaversi, e a correggere colla parola la soverchia ingenuità del cuore. — Siamo come fratelli, n’è vero? — soggiunse ella imbrogliandosi colla lingua in queste parole, e rassettando l’ imbroglio con un colpo di tosse. — N’è vero che staremo bene insieme, come ai nostri giorni beati di Fratta? — Si stette allora a me di sollevarmi tutto per un brivido che corse per tutte le vene; e la Pisana stoglieva lo sguardo e non sapeva che cosa aggiungere, e alla fine io m’addiedi in

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