Postuma (1883)/V: differenze tra le versioni
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<poem> Eran folte le tenebre |
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Ed ogni cosa nel castel tacea, |
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Ma il biondo paggio in carcere, |
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Solo col suo dolor, così piangea: |
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«Ahi, troppo in alto, misero, |
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Ho la speranza e l’amor mio levato! |
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Amai del re la figlia |
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E vivo in questo avel m’han sotterrato! |
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«Oh, se una sola lacrima |
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Io le fossi costato, un sol pensiero, |
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Questo sepolcro squallido |
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Io non lo muterei con un impero!» |
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Quando una bianca imagine |
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Improvvisa comparve in sulla porta |
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E trepidando il giovane |
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Le domandò: «Chi sei, povera morta?» |
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«Morta non son - gli mormorò |
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La parvenza gentil - guardami, tocca!... |
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Non sai? Le scolte dormono: |
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Son la figlia del re: baciami in bocca». |
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</poem> |
Versione delle 22:09, 21 set 2011
Questo testo è completo. |
Olindo Guerrini - Postuma (1877)
MEDIO EVO
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V.
MEDIO EVO
RAN folte le tenebre
Ed ogni cosa nel castel tacea,
Ma il biondo paggio in carcere,
4Solo col suo dolor, così piangea:
«Ahi, troppo in alto, misero,
Ho la speranza e l’amor mio levato!
Amai del re la figlia
8E vivo in questo avel m’han sotterrato!
«Oh, se una sola lacrima
Io le fossi costato, un sol pensiero,
Questo sepolcro squallido
12Io non lo muterei con un impero!»