Storia della letteratura italiana (Tiraboschi, 1822-1826)/Tomo II/Indice e sommario

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Tomo II - Prefazione Tomo II - Dissertazione preliminare

[p. xxii modifica]INDICE E SOMMARIO DEL TOMO SECONDO DISSERTAZIONE PRELIMINARE Dissertazione. preliminare Sull’origine del decadimento delle Scienze. Stato della questione. I. La munificenza dei principi non basta a render fiorente lo stato della letteratura. II. L’indole del governo non può esser sola cagione delle vicende della letteratura. III. Nè la decadenza di essa si può attribuir solo all5 invasione de’ Barbari. IV. Nè al pubblico libertinaggio. V. Neppur tutte queste ragioni insieme congiunte bastano a formarne la vera origine. VI. Il ripeterla dal cattivo gusto dominante non è sciogliere la questione. VII. Opinione dell’ab. du Bos che la attribuisce a ragioni fisiche. VIII. Ragioni da lui addotte a provarla. IX. Qual parte possa in ciò avere il clima. X. La rapidità dei progressi dell’arti non favorisce questa opinione. XI. Nè basta a provarla l’addotta insufficienza delle cagioni morali. XII. Nè le circostanze del doppio decadimento della letteratura avvenuto in Italia. XIII. Nè il veder le stesse vicende comuni ad ogni genere di belle arti. XIV. Si osservano tre diverse maniere nelle quali la letteratura può decadere, e prima per l’indebolimento degl’ingegni. XV. Si mostra insussistente il preteso illanguidimento della natura. XVI. Nè si può attribuire alla varietà del medesimo clima il diverso stato della letteratura. XVII. Come non si può ad essa attribuire la diversità dei costumi ne’ diversi secoli. XVIII. A che cosa si possa ridurre l’influenza del clima nella letteratura. XIX. Altre due maniere di decadenza, cioè quando [p. xxiii modifica]xxm poco si coltivano gli studj, e quando si coltivano con cattivo gusto. XX. Qual parte abbia nella prima la munificenza de’ principi. XXI. La quale però (talvolta si stende solo a qualche ramo di letteratura. XXII. Ragioni che posson rendere inutile il favor dei sovrani verso le lettere. XXIII. Esse sono il libertinaggio de’ costumi e la viziosa educazione. XXIV. La calamità dei tempi. XXV. La mancanza dei mezzi per coltivare gli studj. XXVI. Terza maniera di decadenza, cioè (quando s’introduce un reo gusto: origine di essa. XXVII. La decadenza dell’amena letteratura nel secolo scorso ebbe la stessa origine che quella dopo la morte di Augusto. XXVIII. Per qual ragione quella dello scorso secolo durasse poco. XXIX. E quella più antica fosse di sì lunga durata. XXX. Si osserva che per tanti secoli non vi è stato uno scrittore di tersa latinità. XXXI. Se ne ripete la ragione singolarmente dall’irruzione dei Barbari. XXXII. E si conferma coll’osservare quando si ricominciasse a scrivere con eleganza. XXXIII. Ragioni per le quali in ciò si procedette così lentamente. XXXIV. Altre cagioni del medesimo fatto. XXXV. Introduzion della stampa quanto abbia giovato all’eleganza dello stile. XXXVI. Scrupolosità nello scrivere de’ primi ristoratori di questa eleganza. XXXVII. Conclusione. LIBRO PRIMO Pag. 55 Letteratura de’ Romani dalla morte di Augusto fino a quella di Adriano. Capo I. Pag. 58 Idea generale dello stato civile e letterario dal principio di Tiberio fino alla morte di Adriano. I. Principj dell’impero di Tiberio felici allo Stato e alla letteratura. II. Ei divien poscia crudele: folla d’iniqui delatori. III. La crudeltà di Tiberio si stende [p. xxiv modifica]XXIV anche agli uomini di lettere. IV. Caligola succede a Tiberio, e ne imita gli esempj. V. Uomini dotti da lui perseguitati ed uccisi. VI. Claudio successor di Caligola non ostante la sua stupidezza coltiva le lettere. VII Opere da lui scritte. VIII. Tenta di aggiugner nuove lettere all’alfabeto: suoi studj filosofici. IX. Carattere e condotta di Nerone: suoi studj giovanili. X. Impero di Galba, di Ottone, di Vitellio, di Vespasiano, e di Tito: elogio dei due ultimi. XI. Impero di Domiziano e sua condotta riguardo ai letterati. XII Impero di Nerva e di Traiano: elogio del secondo. XIII. Carattere di Adriano. XIV. Per qual ragione in tempi sì calamitosi si continuasse nondimeno a coltivar con fervore gli studj. Capo II. * Pag. 87 Poesia. I. Decadimento della poesia dopo la morte di Augusto, e origine di esso. II. Notizie ed elogio di Germanico. III. Sue opere poetiche. IV. Vita di Lucano, e sua infelice morte. V. Diversi giudizj de’ dotti intorno alla sua Farsalia. VI. Esame dei pregi che in essa ravvisa M. Marmontel. VII. Giudizio che ne dà M. de Voltaire. VIII. Riflessioni sullo stile di Lucano. IX. Polla Argentaria di lui moglie e poetessa. X. Notizie di Valerio Flacco e del suo poema. XI. Il padre di Stazio era stato valoroso poeta. XII. Primi studi di Stazio: onori da lui ottenuti: sua morte. XIII. Sue poesie e loro carattere. XIV. Notizie di Silio Italico. XV. Suo poema. XVI. Grandi controversie intorno a Petronio e alla sua Satira. XVII. Chi egli fosse. XVIII. A qual tempo vivesse. XIX. Se fosse romano, o francese. XX. Suoi frammenti da chi trovati e pubblicati. XXI. Altri pretesi frammenti scoperti. XXII. Notizie di Persio. XXIII. Sue Satire in qual pregio debbano aversi. XXIV. Notizie di Giovenale. XXV. Epoche principali della sua vita. XXVI. Paragone delle sue Satire con quelle di Orazio. XVII Notizie della vita di Marziale. XXVIII. Qual giudizio debba darsi de’ suoi Epigrammi. XXIX. Più altri poeti men conosciuti. XXX. Errori di [p. xxv modifica]XXV alcuni scrittori nel ragionare di Giulio Montano e di Senzio Augurino. XXXI. Valerio Pudente poeta giovinetto. XXXII. Gran numero di poeti eh’era allora in Roma, e ragione di ciò. XXXIII. Stato infelice della poesia teatrale in Roma.  XXXIV. Notizie di diversi scrittori di tragedie e di commedie. XXXV. Chi sia il Seneca autor delle Tragedie sotto il nome di lui pubblicate. XXXVI. Diversi sentimenti su’ diversi autori di esse. XXXVII. Loro carattere.e loro stile. Capo IIL Pag. i5g 1. Ragioni principali del decadimento dell’eloquenza dopo la morte di Augusto. II. Dialogo antico su questo argomento, non è autore nè Tacito, nè Quintiliano. III. Nè Marco Apro. IV. Nè Materno. V. Vizi dell’eloquenza di quei tempi in esso notati. VI. Affettazion dello stile e raffinamento dei sentimenti. VII. Abuso delle suasorie e delle controversie. VIII. Seneca il retore chi fosse, e a qual tempo vivesse. IX. Sue Suasorie e Controversie, e loro carattere. X. Quistione intorno alla patria di Quintiliano. XI. Epoche della sua vita, e suo carattere. XII. Sue Istituzioni oratorie quanto pregevoli. XIII. S’ei sia autore delle Declamazioni a lui attribuite. XIV. Notizie della vita di Plinio il Giovane: sue virtù morali. XV. Suo impegno nel coltivare e nel promuover gli studi. XVI. Sue Lettere e suo Panegirico, e loro carattere. XVII. Altri oratori di questi tempi. XVIII. Carattere di alcuni lasciatoci da Quintiliano. Capo IV. Pag. ao3 Storia. I. Carattere generale degli storici di questi tempi. II. Notizie di Velleio Patercolo. 111. Sua Storia c strie Tiraboschi, Voi li. [p. xxvi modifica]XXVI di essa. IV. Valerio Massimo: qual sia l’opera ch’ei ci ha lasciata. V. Giudizio intorno ad essi. VI. Diversità di opinioni intorno all’età di Q. Curzio. VII. Se ne esamina il fondamento. VIII. Si rigettano le altre opinioni. IX. Si prova che Curzio visse a’ tempi di Claudio. X. Si sciolgono alcune difficoltà opposte a questa sentenza. XI. Passo di Curzio non ben da alcuni recato per confermarla. XII. Chi egli fosse. XIII. Stile e carattere della sua Storia. XIV. Notizie della vita di Tacito. XV. Sue opere. XVI. Riflessioni sul loro stile. XVII. Notizie di Svetonio. XVIII. Sue opere. XIX. Sue Vite de’ Cesari in qual conto debbano aversi. XX. Patria, vita e opere di Floro. XXI. Storie di Cremuzio Cordo, e infelice fine del loro autore. XXII. Somigliante destino di Tito Labieno. XXIII. Altri storici. XXIV. Storici sotto Domiziano e Traiano. XXV. Opera insigne intrapresa da Muciano. Capo V. Pag. 248 Filosofìa e Matematica. I. La filosofia poco coltivata di questi tempi in Roma. II. In essa ancor s’introduce il cattivo gusto. III. Ventura di Apollonio da Tiana a Roma, e maraviglie che di lui si raccontano. IV. Se ne mostra l’insussistenza. V. Condotta tenuta da Nerone riguardo a’ filosofi. VI. Vespasiano li caccia da Roma. VII. Presto vi fanno ritorno. VIII. Loro condizione sotto Traiano e Adriano. IX. Compendio della Vita di Seneca. X. Sua morte. XI. Diversi giudizj intorno al carattere morale di Seneca. XII. Esame della condotta da lui tenuta con Claudio e con Nerone. XIII. Grandi ricchezze da lui adunate. XIV. Sua superbia. XV. Quanto sian pregevoli le sue opere morali. XVI. Cognizioni fisiche che s’incontrano nelle sue opere. XVII. Suo stile. XVIII. Questione intorno alla patria di Plinio il Vecchio. XIX. Sua vita, e infelice sua morte. XX. Suoi continui studi. XXI. Pregi e difetti della sua Storia Naturale. XXII. S’ei debba annoverarsi tra gli atei. XXIII. Edizione di Plinio fatta dal P. Arduino. XXIV. Altri filosofi in Roma. [p. xxvii modifica]XXVII XXV Gran numero di filosofi greci nella stessa città.  XXVI. Notizie e carattere di Epitteto. XXVII. Di Favorino. XXVIII. Di Plutarco. XXIX. Dell’astrologo Trasillo. XXX. Vicende degli astrologi in quest’epoca. XXXI. L’astronomia poco coltivata dai Romani. XXXII. Frontino scrittore di matematica. XXXIII. Columella scrittore d’agricoltura. Capo VI. Pag. 513 Medicina. I. Incostanza de’ sistemi di medicina. II. Nuova setta introdotta da Vezio Valente. III. Sistema metodico ritrovato da Tessalo. IV. Crina introduce nella medicina P astrologia giudiciaria. V. Bagni freddi rinnovati da Carmide. VI. Chi fosse e a qual tempo visse Celso. VII. Sue opere e loro carattere. VIII. Altri medici in Roma. IX. Errori commessi da altri nel ragionare del medico Demostene. Capo VII. Pag. 329 Giurisprudenza. I. Per qual ragione la giurisprudenza in quest’epoca rimanesse negletta. II. Ebbe essa nondimeno alcuni celebri giureconsulti. III. Due sette diverse fondate da Capitone e da Labeone. IV. Loro seguaci Masurio Sabino e Nerva Cocceio. V. L. Cassio Longino, Procolo ed altri. VI. Notizie di Salvio Giuliano: se fosse di patria milanese. VII. Esame di un’iscrizione che sembra provarlo. VIII. Qual fosse l’Editto perpetuo da lui compilato. IX. Notizie del giureconsulto Pegaso. X. Altri giureconsulti. [p. xxviii modifica]XXVIII Capo Vili. Pag. 346 Cromatici e Fetori. I. Stipendio dal pubblico erario assegnato ai professori. II. Scuole pubbliche fabbricate da Adriano. III. Notizie di alcuni gramatici di quest’epoca. IV. Chi fosse Asconio e a qual tempo vivesse. V. Notizie di Apione Alessandrino. VI. Altri grammatici. VII. Copia di retori in Roma. VIII. Carattere di Porcio Latrone. IX Di Blando, e de’ due Foschi Arellii. X. Alcuni retori celebri in Roma. XI. A’ tempi di Trajano fioriscono singolarmente Iseo. XII. E Giulio Genitore. XIII. Essi nondimeno recan danno anzi che vantaggio all’eloquenza. Capo IX. Pag. 365 Biblioteche. I. Biblioteca di Tiberio. II. Incendi di Roma dannosi alle pubbliche biblioteche. III. Una nuova ne apre Vespasiano. IV. Altre rinnovate da Domiziano. V. Biblioteca Ulpia di Traiano. VI. Altre pubbliche biblioteche. VII. Loro bibliotecarii. VIII. Biblioteche private. IX. Lusso in esse introdotto. Capo X. Pag. 374 Stranieri eruditi in Roma. I. Da ogni nazione concorrono molti dotti a Roma. II. Tra gli Ebrei si nominano Filone e Giuseppe. III. Tra’ Greci Erennio Fillone e Flegonte. IV. Gran numero di filosofi greci. V. Notizie di Eliano. [p. xxix modifica]Capo XI. Pag. 38o XXIX Arti liberali. I. Invidia di Tiberio verso$gli gl’illustri artisti ad essi dannosa. II. Furon nondimeno a quei tempi alcuni scultori illustri. III. L’impero di Caligola fatale alle arti. IV. Condotta riguardo ad esse tenuta da Claudio. V. Nerone le favorisce: esame di un celebre passo di Plinio. VI. Novità introdotte nella pittura. VII. Gli altri imperadori sono essi pure favorevoli alle arti. VIII. Pittori più rinomati in Roma. IX. L’arte nondimeno decade, e per qual ragione. LIBRO SECONDO Pag. 4,f* Letteratura de’ Romani dopo la morte di Adriano fino ai principj di. Costantino. Capo I. Pag. 4> ’ Idea generale dello stato civile e letterario di questi tempi. I. Elogio dell’imperadore Antonino, e protezione da lui accordata alle scienze. II. Elogio di M. Aurelio. III. Quanto ei coltivasse e fomentasse gli studj. IV. Ciò non ostante la letteratura sempre più illanguidisce. V. Il regno di Comodo, di Pertinace e di Didio Giuliano poco favorevole a’ dotti. VI. Carattere di Settimio Severo. VII. Di Caracalla, di Macrino e di Eliogabalo. VIII. Alessandro Severo si sforza di far risorger gli studj. IX. Carattere degli altri imperadori da Massimino fino a Gordiano il Giovane. X Da Gordiano III fino a Valeriano. XI. Impero infelice di Gallieno. XII. Seguito degli imperadori da Claudio II fino a Probo. XIII. Da M. Aurelio Caro fino a Carino e a Numeriano. XIV. Da Diocleziano fino a Costantino. XV. Condotta di questi ultimi imperadori! verso le lettere. XVI. Conclusione. [p. xxx modifica]XXX Capo II. Pag. 437 Poesia. I. Fra’ molti poeti di quest’epoca pochi sono degni di distinta menzione. II. Notizie di Sereno Samonico. III. Di Olimpio Nemesiano e di Calpurnio. IV. Egloghe al secondo attribuite. V. Altri poeti di questa età. VI. La poesia teatrale quasi del tutto negletta. Capo III. Pag. 446 Eloquenza. I. L’eloquenza va sempre più decadendo, e per qual ragione. II. Elogio di Frontone Cornelio. III. S’ei fosse francese, o italiano. IV. Notizie ed elogio di Antonio Giuliano. V. Altri oratori e retori in Roma. VI. Notizie di Giulio Tiziano. VII. Di Aspasio da Ravenna. VIII. Sofisti greci in Roma , e primieramente Attico Erode. IX. Altri Sofisti, e general loro carattere. X. Notizie de’ tre Filostrati. XI. A’ Sofisti deesi attribuire in gran parte il decadimento dell’eloquenza. Capo IV. Pag. 463 Storia. I. Confusione e inesattezza delle storie di questi tempi. II. Storia di Giustino, e notizie di esso. III. Notizie di Censorino. IV. Incertezza intorno agli scrittori della Storia Augusta. V. Altre opere storiche perdute. VI. Carattere de’ suddetti scrittori della Storia Augusta. VII. Storici greci in Roma, e primieramente Appiano Alessandrino e Arriano da Nicomedia. VIII. Notizie di Dione Cassio. IX. Carattere della sua Storia. X. Erodiano ed Eliano. XI. Per qual ragione gli storici greci siau migliori de’ latini. [p. xxxi modifica]Capo V. XXXI Pag. 48o Filosofìa. I. Scarso numero di filosofi romani in quest7 epoca. ]I. Solino è il solo tra essi di qualche nome. III. Alcuni altri filosofi latini. IV. Filosofi greci in Roma; se vi si spargesse la setta Eclettica. V. Esame delle cose che si narrano di Plotino. VI. Amelio ed Erennio di lui discepoli. VII. Porfirio ed altri filosofi di questi tempi. VIII. Sesto da Cherona, ed altri. ’.X. Apollonio da Calcide. X. L’astrologia giudiciaria continua ad aver molti seguaci in Roma. XI. Scrittori d’agricoltura. Capo VI. Pag. 4g3 Medicina. I. Stato della medicina in Roma. II. Venuta di Galeno a Roma, e notizie della sua vita. III. Carattere di esso e delle sue opere. IV. Ei non lascia discepoli nè seguaci. C a r o VII. Pag- 497 Giurisprudenza. I. La giurisprudenza è il solo studio che a questi tempi fiorisce in Roma. II. Giureconsulti ai tempi di Antonino Pio. III. Altri giureconsulti della stessa età. IV. Notizie ed elogio di Papiano. V. Di Domizio Ulpiano. VI. Di Giulio Paolo. VII. Decadimento della giurisprudenza dopo la morte di Alessandro Severo. [p. xxxii modifica]XXXII Capo Vili. Pag. 5o5 Gramolici. I. A qual tempo vivesse Aulo Gellio. II. Carattere delle sue Notti Attiche. III. Notizie intorno allo stato della letteratura da quell’opera raccolte. IV. Alcuni gramatici in essa nominati. V. Altri nominati nella Storia Augusta. VI. Sterilità di questo argomento. Capo IX. Pag. 513 Biblioteche. I. Stato infelice delle biblioteche pubbliche. II. Peggiore ancora quello delle private. Capo X. Pag. 5i5 Arti liberali. I. Sotto il regno degli Antonini le arti fioriscono felicemente. II. Ma poscia cominciano a decadere. III. E quindi vengono a una estrema rovina. LIBRO TERZO Pag. 5ig Della Letteratura delle provincie d’Italia e de’ Cristiani ne’ primi tre secoli. Capo 1. Pag. 5ai Letteratura delle provincie d’Italia. I. Difficoltà nel ben trattare questo argomento. II. Nella Magna Grecia, e singolarmente in Napoli, si [p. xxxiii modifica]XXXI» continua.a coltivare gli studi. III. Teatri in diverse altre città di quelle provincie. IV. Altri indicj di coltura nelle medesime. V. Nella Sicilia ancora continuano a fiorire gli studj. VI. Teatri in più altre città d’Italia. VII. Plinio introduce in Como le scuole pubbliche. VIII. E vi apre una pubblica biblioteca. IX. Se un’altra ei ne aprisse in Milano. X. Se Milano avesse il soprannome di nuova Atene. XI. Prova del fiore in cui erano ivi le scienze. XII. Scuole pubbliche di altre città d’Italia. Capo II. Pag. 545 Letteratura de’ Cristiani de’ primi tre secoli in Italia. I. Se a’ primi Cristiani fosse permessa la lettura de’ libri profani. II. Quali studj e quali letterarj esercizj fosser loro permessi. III. Professori cristiani nelle pubbliche scuole. IV. Essi trattano ancora le cause. V. Altri studj da essi coltivati. VI. Uomini dotti tra’ Cristiani. VII Tra essi sono alcuni romani pontefici. VIII. Altri scrittori sacri: perchè sia scarso il loro numero. IX. Di qual patria fosse Lattanzio. X. Notizie della sua vita. XI. Sue opere e loro carattere. LIBRO QUARTO Pag. 5Gi Storia della Letteratura Italiana da’ tempi di Costantino il Grande fino alla caduta dell’Impero occidentale. Capo I. Favore dagl’imperadori prestato alla Letteratura, e stato generale di essa in Italia. I. Carattere dell’imperadore Costantino. II. La fondazion di Costantinopoli reca danno alla letteratura italiana. III. Costantino nondimeno protegge e fomenta gli studj. IV. Esame di un passo dell’Enciclopedia su questo argomento. V. Condotta de’ figli e successori di [p. xxxiv modifica]XXXIV Costati!ino riguardo alte lettere. VI. Costanzo non è molto lor favorevole. VII. Carattere dell1 imperadorc Giuliano. VIII. Coltiva e promuove gli studj. IX. Ma il vieta ai Cristiani. X. Premure di Valentiniano I in favor degli studj. XI. Altre leggi da lui perciò pubblicate. XII. Nondimeno in Roma sono in decadimento le lettere. XIII. Testimonianza sopra ciò di Ammiano Marcellino. XIV. Elogio dell1 imperadorc Graziano. XV. Carattere di Teodosio. XVI. Infelice stato dell’impero a’ tempi di Onorio. XVII. E sotto Valentiniano III. XVIII. Leggi favorevoli agli studj da lui e da Teodosio II. pubblicate. XIX. Invasione di (Genserico. XX. Serie degl’imperadori da Avito fino a Olibrio. XXI. Fine dell’impero romano. XXII. Pubbliche calamità di que’ tempi. Capo II. Pag. 595 Stilili sacri. I. Gli studi sacri cominciano ad essere coltivati con maggior coraggio. II. Scuole ecclesiastiche introdotte. III. Uomini illustri in tali studj, e primieramente S. Eusebio di Vercelli, e Lucifero di Cagliari. IV. Giulio Firmico Materno. V. San Zenone vescovo di Verona. VI. S.Filastrio e S. Gaudenzio di Brescia. VII. S. Paolino di Nola. VIII. S. Pier Grisologo e S. Massimo. IX. S. Ambrogio. X. S. Damaso papa. XI. S. Leone il grande. XII. Rufino d’Aquiloni XIII. Altri scrittori ommessi. Capo III. Pag. Gin Oratori, Retori e Gramatici. I. Metodo nel trattare di questo argomento. II. Professori d’eloquenza in Roma: Mario Vittorino. III. Proeresio sofista greco. IV. Se ad essi debba aggiungersi S. Girolamo. V. S. Agostino tiene scuola in Roma. VI. E poscia in Milano: altri professori ivi. VII. Minervio, Sedato e Palladio professori in Roma. VIII. Altri professori di que’ tempi. IX. Scrittori di panegirici [p. xxxv modifica]XXXV di precetti rettorici. X. Q. Aurelio Simmaco; suoi maestri XI. Epoche della sua vita. XII. Carattere della sua eloquenza. XIII. Il padre e il figliuolo di Simmaco coltivatori essi ancora de’ buoni studj. XIV. Gramatici di questi tempi. XV. Notizie di Fabio Fulgenzio Planciade. XVI. Di Aurelio Teodosio Macrobio. XVII. Sue opere e loro stile. XVIII. Notizie di Marziano Capella. Capo IV. Pag. 64o Poesia. I. Per qual ragione i poeti di questa età sian più eleganti de’ prosatori. II. Notizie di Rufo Festo Avieno. III.’ S’ei fosse di patria spagnolo. IV. Notizie del poeta Claudiano. V. Sue opere e loro stile. VI. S’ei fosse cristiano: iscrizione fatta in onor di esso. VII. Rutilio Numaziano francese, ma vissuto lungamente in Italia. VIII. Poeti cristiani: Optaziano Porfirio. IX. Altri poeti cristiani. X. E al toni a Proba, ed altri scrittor di Centoni. XI. Altre poesie smarrite. XII. Se fossero allora in uso i componimenti teatrali. Capo V. Pag. 659 Storia. I. Origine della scarsezza e della negligenza degli scrittori di storia. II. Notizie di Sesto Aurelio Vittore. III. Sue opere. IV. Notizie di Eutropio e d’altri scrittori. V. Vita e opere di Ammiano Marcellino. VI. Di quanta stima ei godesse. VII. Flavio Destro. VIII. Altri scrittori di storia perduti. Capo VI. Pag. 670 Filosojìa e Matematica. I. La filosofia quasi del tutto abbandonata in Roma, e perchè. II. Alcuni filosofi nominati da Simmaco. [p. xxxvi modifica]XXXVI III. Studi filosofici de’ Santi Padri. Notizie di Mallio Teodoro. IV. Elogi ad esso fatti; sue opere. V. Vicende dell’astrologia giudiciaria. VI. Palladio scrittore d’agricoltura. Capo VII. Pag. 680 Medicina. I. Leggi degl’imperadori cristiani in favor della medicina. II. Pochi nondimeno furono i medici illustri. III. Se ne annoverano alcuni. Capo Vili. Pag. 684 G iarisprudenza. I. Grande concorso de’ giureconsulti a Roma, e origine di esso. II. Innovazioni fatte nella giurisprudenza dagl’imperatori cristiani. III. Del Codice Gregoriano e dell’ermogeniano. IV. Altri famosi giureconsulti. V. La disordinata moltitudine delle leggi fa decadere la giurisprudenza. VI. Del Codice Teodosiano. C a r o IX. Pag. 690 Biblioteche. I. Se Roma avesse a questo tempo molte biblioteche. II. Origine delle biblioteche ecclesiastiche. III. Di quelle della Chiesa romana. IV. Biblioteche private. Capo X. Pag. 69B Arti liberali. I. Non si lasciò in questo tempo di avere in pregio gli antichi monumenti. II. Essi nondimeno soffrirono gravi danni, e per qual ragione. III. Trasporto di un obelisco dall’Egitto a Roma per ordine di Costanzo. IV. Il gusto delle arti si va sempre più depravando. V. Invasione de’ Barbari quanto ad esse dannose. VI. Pitture e musaici di questi tempi.