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Timeo/Capitolo XXXVIII

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Capitolo XXXVIII

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XXXVIII.

E la respirazione dalla quale pigliò le mosse il ragionamento si generò altresì in questo modo e per queste cagioni, come detto è innanzi1. E però che il fuoco2 minuzza i cibi, e poi levandosi su di [p. 107 modifica]dentro3 e accompagnando il respiro4, in quello che si leva, dall’alvo5 attinge i cibi minuzzati e ne riempie le vene; però scorron per tutto il corpo, in ogni animale, i ruscelli del nutrimento. Il quale minuzzato di fresco, e veniente da cognati corpi, cioè parte da frutti, parte da erbe, le quali cose piantò per noi Iddio perchè ci fossero nutrimento, a cagion della mischianza ha ogni ragion di colori: ma il rosso vi si sparge più copiosamente, il quale è fatto da fuoco che incide e nell’umore sè impronta. Onde il colore del ruscello scorrente per il corpo tale è a vedere, qual si è descritto; e quello chiamiamo sangue, pastura delle carni e di tutto il corpo, dal quale le singolari parti irrigate, sì riempiono il vacuo fatto da ciò che ne va via. Il modo del riempimento e votamento6 è come il moto di ogni cosa nell’universo: cioè, egli è un trarsi che fa il simile al simile. Da vero, le cose di fuori ci sciolgono perseverantemente, e distribuiscono le parti sciolte7, avviando ciascuna di quelle alla specie sua8.

Ma le sostanze sanguigne dipartite minutamente [p. 108 modifica]entro noi, e comprese così da ogni organato animale come da cielo, sono necessitate d’imitare il moto dell’universo; e traendosi ciascuna di loro al cognato suo, sì riempiono novamente dove si fe’ vuoto. E se è più di quel che scorre entro quel che ne va fuori, tutto9 scema; se meno, prospera e aumenta. E però se è fatto novellamente l’animale, e freschi in loro radice sono ancora i triangoli suoi formativi, ministrati da’ quattro generi di corpi, la loro commessura è forte: nientedimeno tenero è tutto il corpo suo, perocchè è di midolla pure ora nata e nutricata di latte. Onde, allorchè in essa midolla sono accolti i triangoli venuti da fuori, de’ quali si fanno i cibi e le bevande, essendo essi più vecchi e deboli de’ triangoli della midolla, questa, incidendoli co’ suoi triangoli novelli, sì li vince, e l’animale, essendo nutricato di molti simili, cresce. Poi quando la radice dei triangoli della midolla dalle molte battaglie combattute in molto tempo, contro a molti10, si rilassa, sì ch’essi non possano più incidere a lor simiglianza11, anzi per contrario son di leggieri sciolti da questi triangoli che invadono di fuori; allora vinto è tutto l’animale e si disfoglia: ecco la vecchiezza. Da ultimo, quando non più tengono gli armoniosi legami dei triangoli della midolla, allentati per lo travaglio, allora allentano a loro volta i vincoli [p. 109 modifica]dell’anima: la quale, secondo il suo desio naturale sciolta, con suo diletto vola via: perciocchè quello è doloroso, ch’è contro a natura; quello poi ch’è secondo natura, è dolce. E così anco dolorosa, violenta morte è quella ch’è per morbo o ferite; meno penosa poi di tutte è quella che giunge naturalmente per vecchiezza, e più presto arreca ella piacere, che doglia.

  1. Così per l’orrore del vacuo e l’attrazione de’ simili.
  2. Quando noi ispiriamo.
  3. Cioè di dentro il corpo.
  4. Che va fuori.
  5. Cioè quando espiriamo.
  6. Del nostro corpo.
  7. Le parti sciolte del nostro corpo.
  8. Cioè a quello de’ quattro corpi, terra, acqua, aria, fuoco, al quale ella appartiene.
  9. Il corpo dell’animale.
  10. Triangoli.
  11. Cioè assimiliarsi i triangoli del nutrimento.