Tommaso Moro (Pellico, 1834)/Atto Primo/Scena VIII

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Atto primo

Scena ottava

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ARRIGO, ANNA


ARRIGO
Imprudente, inegual sarai tu sempre,
O mia diletta? Or tuoi nemici abborri,
Or per essi intercedi. A te le gravi
[p. 15 modifica]Cure di Stato non s’aspettan.
ANNA
Sempre
Mi s’aspettan del mio sposo le cure.
ARRIGO
In tempi io regno di tumulti e sangue;
In tempi in cui richiesto è dallo scettro
Formidabil vigor.
ANNA
Vigor che tutti
D’Europa i regi e i popoli stupìa
Mostrasti, allor che anàtemi affrontavi
E tradimenti e guerre, e me a regina
Di cesarei natali anteponevi.
Di tuo spirto il vigor not’è abbastanza,
Or tu palesa, ch’ogni dì adoprarlo
Per terror delle turbe non t’è d’uopo.
Rimanga a tua diletta Anna la gloria
D’ottener qualche volta a rei clemenza.
Io fui da’ miei nemici empia chiamata,
Perchè m’amasti ed io t’amai. Smentita
Deh sia l’accusa. Il mondo sappia, ch’io
Covar non so durebol ira; ch’io
Nei primi impeti miei se talor chiesto
Ho da te sangue, pochi istanti appresso
Raccapricciai di mia ferocia; e pianto
Versai sugli infelici offensor miei,
E salvarli agognai.