Trattato della Pittura (da Vinci)/Parte ottava - Dell'orizzonte/929. Del vero orizzonte
Trattato della Pittura (da Vinci)/Parte ottava - Dell'orizzonte/931. Dell'orizzonte
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1 giugno 2008
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Pittura
<dc:title> Trattato della Pittura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Leonardo da Vinci</dc:creator><dc:date>XVI secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation></dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Trattato_della_Pittura_(da_Vinci)/Parte_ottava_-_Dell%27orizzonte/930._Dell%27orizzonte&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20110421122138</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Trattato_della_Pittura_(da_Vinci)/Parte_ottava_-_Dell%27orizzonte/930._Dell%27orizzonte&oldid=-20110421122138
L’orizzonte non sarà mai eguale all’altezza dell’occhio che lo vede. Quella figura ch’è piú presso all’orizzonte avrà esso orizzonte piú vicino a’ suoi piedi stando tu saldo che lo guardi. Quella cosa è piú alta ch’è piú distante dal centro del mondo.
Adunque la linea retta equigiacente non è di eguale altezza, e per conseguenza non è equigiacente; onde, se dirai una linea di eguale altezza, non s’intenderà che essa sia altro che curva. Se a b sono due uomini, l’orizzonte n verrà al pari della loro altezza.