Trattato della Pittura (da Vinci)/Parte settima - De' nuvoli/918. Del rossore de' nuvoli

Da Wikisource.
Parte settima - De' nuvoli
918. Del rossore de' nuvoli

Trattato della Pittura (da Vinci)/Parte settima - De' nuvoli/917. De' nuvoli Trattato della Pittura (da Vinci)/Parte settima - De' nuvoli/919. Della creazione de' nuvoli IncludiIntestazione 1 giugno 2008 75% Pittura

Parte settima - De' nuvoli - 917. De' nuvoli Parte settima - De' nuvoli - 919. Della creazione de' nuvoli

Quel rossore nel quale si tingono i nuvoli, con tanto minore o maggior rossore nasce, quando il sole si trova agli orizzonti da sera o da mattina, e perché quel corpo che ha alquanto trasparenza è alquanto penetrato dai raggi solari, quando esso sole si dimostra da sera o da mattina, e perché quelle parti de’ nuvoli che sono inverso gli estremi delle loro globosità sono piú sottili in grossezza che nel mezzo di essa globosità, i raggi solari li penetrano con piú splendente rossore che quelle parti grosse, che restano oscure per essere impenetrabili da tali raggi solari; e sempre i nuvoli son piú sottili ne’ contatti delle loro globosità che in mezzo, come qui di sopra è provato; e per questo il rossore de’ nuvoli è di varie qualità di rosso.

Dico che l’occhio interposto infra le globosità de’ nuvoli ed il corpo del sole vedrà i mezzi di esse globosità essere di maggior splendore, che in alcuna altra parte; ma se l’occhio è da lato, in modo che le linee che vengono dalle globosità all’occhio e dal sole al medesimo occhio facciano congiunzione minore dell’angolo retto, allora il lume massimo di tali globulenze de’ nuvoli sarà negli estremi di esse globulenze.

Quel che qui si tratta del rossore de’ nuvoli, s’intende essendo il sole di retro ai nuvoli; ma se il sole è dinanzi ai medesimi nuvoli, allora le globosità loro saranno di maggior splendore che ne’ loro intervalli, cioè nel mezzo delle globosità e concavità; ma non ne’ lati, che veggon l’oscurità del cielo e della terra.