Trionfo e Danza della Morte, o Danza Macabra a Clusone. Dogma della Morte a Pisogne, nella provincia di Bergamo, con osservazioni storiche ed artistiche/Nozioni preliminari

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Nozioni preliminari

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Al lettore Trionfo e Danza della Morte dipinta a Clusone


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NOZIONI PRELIMINARI




Il pensiero della morte, conciliatore dei sentimenti tranquilli, maestro delle umane follie, amico delle benefiche azioni, ha suggerite le rappresentazioni de’ Morti danzanti, dette anche Danze Macabre.

Il loro scopo era quello di richiamare l’uomo al suo fine, onde mercè la meditazione di questo si conformasse al buono, all’onesto, giacchè un medesimo fine tutti ci eguaglia, ed una irrevocabile giustizia tutti ci attende. Loro oggetto fu ben anche la critica e la satira; e sotto questo aspetto ci rappresentano quelle tendenze e passioni per le quali gli uni diversificavano dagli altri nella grande commedia umana.

Questo fatto di danze mortuarie trovasi nelle principali nazioni d’Europa: ciò che è una prova della grande verità, che nella famiglia umana europea furon sempre comuni e i sentimenti e le aspirazioni.

Eruditi d’alto nome si posero ad illustrare siffatti monumenti, che traendo origine dal Medio Evo, continuarono fino al cader del secolo XVII, per venir quindi dal tempo guasti o distrutti, e dagli uomini negletti o male interpretati.

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Fra gli scrittori, che per tali ricerche fornirono abbondante materia alla storia delle arti, primeggiano a buon diritto:

Gabriel PeignotRecherches sur les Danses des Morts. Dijon et Paris, 1826.
Francis DouceThe Dance of Death, London, 1833.
H. F. MassmannLiteratur der Todtentänze. Leipzig, 1840 bei T. O. Weigel.
Achille JubinalLa Danse des Morts de la Chaise-Dieu. Paris, 1841.
NaumannLes morts sous tous les points de vue. Opera pubblicata a Dresda nel 1844.
H. F. MassmannDie Baseler Todtentänze. Stuttgard, 1847.
Holbein’sDance of Death, with an historical and literary introduction. London, I. R. Smith, 1849.
E. Hipp. LangloisEssai sur les Danses des Morts. Ouvrage publié par André Pottier et Alfred Baudry. Rouen, Vol. 2 in 8.°, 1852.
Georges KastnerLes Danses des Morts, dissertations et recherches historiques, philosophiques, littéraires et musicales. Paris, 1852 chez Brandus éditeur.
M. H. FortoulÉtudes d’archéologie. Paris, in 8.° 1854, V. 2.

Ma le notizie loro non si confanno alle nostre storie italiane, perocchè i beni ed i mali modificati dall’indole diversa degli uomini, costituiscono per ciascuna nazione una storia diversa nelle Danze Macabre, quantunque tutte ritraggano una medesima origine.

Varj dipinti e sculture esistevano sul finire dello scorso secolo, ed anche sul principio dell’attuale, in alcuni luoghi [p. 3 modifica]della Brianza, della Bergamasca, sul Lago di Como, e della Valtellina; ma sfortuna volle che di questi monumenti ne rimanesse soltanto la memoria.

E perchè simili miserie non si rinnovellino e non diano campo a ben meritata accusa per parte degli stranieri, dovrebbesi por mano a stendere una storia tutta italiana delle Danze dei Morti o Macabre, non che rovistare tutto quanto si riferisce a simile argomento, movendo dalla Danza di Como ora più non esistente1, che fu descritta da Zardelli e pubblicata per cura del benemerito Conte Lucini-Passalacqua, inserendovi mano mano quelle che dappoi si ritrovassero o di cui ne esistesse tradizione e memoria, come io tento nella pochezza delle mie forze con questa di Clusone, meritevole a dir vero di commento, e per il pensiero morale che vi traspira, e pel magistero dell’arte che vi si rivela.

Per siffatto modo verrà data prova ai forastieri, che in ogni età, come non si mancò di grandi uomini, nè di immortali produzioni:

«Là nella bella Italia ov’è la sede
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Del valor vero e della vera fede»

così nemmeno si diffettò dei trovati delle Danze Macabre.

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. . . . . . . . . . . . . Parvoli innocenti
Da’ denti morsi della morte, avante
Che fosser dall’umana colpa esenti.


Note

  1. La data del 1510 che leggevasi nel cartello ivi esistente, non potevasi arguire con precisione, atteso lo stato di grande mutilazione del dipinto.