Un po' per celia e un po' per non morir.../Cirenaica e Tripolitania
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CIRENAICA E TRIPOLITANIA
Verso la fine di dicembre c’imbarcammo per Bengasi a dare dodici rappresentazioni al teatro Berenice. A Bengasi passai le feste natalizie, e con tutta la compagnia, all’Albergo Italia, consumammo lietamente il tradizionale cenone.
Le rappresentazioni al Berenice furono così fortunate da poter dedicare uno spettacolo alle Opere Assistenziali con teatro esaurito. In occasione della mia serata il Reggente, Gr. Uff. Colucci, volle offrirmi un ricco ed artistico dono; voglio ricordare anche la cordialità del Segretario Federale, di tutte le Autorità della Colonia, delle Gerarchie del Partito, della direzione del Teatro, del giornale Cirenaica ed infine del critico Millioni che mi fu compagno fraterno in quella breve permanenza; a Millioni e a tutta Bengasi non addio, ma arrivederci!
Da Bengasi sul Trapani, in via per Tripoli.
Delizioso viaggio! Il comandante cav. Baracco, tifoso degli artisti, volle renderci il più lieti possibile la fine ed il principio dell’anno e nel salone di prima classe le danze — come dice il cronista mondano — si protrassero fino all’alba, tra la più pazza ed indiavolata allegria.
A Tripoli, fui scritturato da una bella impresaria, la signora Salinas, al suo teatro Miramare; quindici giorni ameni e giocondi.
Anche a Tripoli una serata con un cospicuo incasso a beneficio delle Opere Assistenziali ed infine, un giorno prima della mia partenza, in occasione dell’arrivo di S. E. Balbo, Governatore, una trionfale serata di gala in suo onore.
Il teatro Miramare aveva davvero quella sera un aspetto insolito: l’animazione e l’attesa erano vivissime. All’arrivo, S. E. Balbo, fu accolto da un’esplosione di gioia, accompagnata dagli inni nazionali, e quando dal palcoscenico io gli rivolsi il mio saluto, con qualche verso improvvisato, il pubblico fece al Maresciallo dell’Aria una schietta e sincera ovazione, che si rinnovò quando al termine dello spettacolo lasciò il teatro.