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Una fettina de Roma

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Giuseppe Gioachino Belli

1835 Indice:Sonetti romaneschi IV.djvu sonetti letteratura Una fettina de Roma Intestazione 25 gennaio 2025 75% Da definire

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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835

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UNA FETTINA DE ROMA.

     Quello è Ssant’Antonin de Portoghesi.
Sta strada larga è la Scrofa,[1] miledi,
Che vva a Rripetta e ar Popolo, e da piedi
Termina a Ssan Luviggi de Francesi.

     Ècchesce[2] a la Stelletta,[3] e cqui, llei vedi,
Trova leggni pe’ ttutti li paesi.
Qua ss’entra a Ccampo-Marzo.[4] E ll’antri mesi?[5]
L’antri mesi er Ziggnore li provedi.

     Quell’è er teatro Palaccorda; e cquelli
Che stanno un po’ ppiù ggiù, sso’ ddu’ palazzi,
Chiamati de Negroni e de Cardelli.

     Ecco er palazzo de Fiorenza; e infatti
Ce sta er Conzole; e llà er Palazzo Pazzi,[6]
Dove una vorta sc’ereno li matti.

11 ottobre 1835.

Note

  1. Così detta da una piccola scrofa che getta acqua.
  2. Eccoci.
  3. Albergo di vetture.
  4. Il Campo-Marzio degli antichi.
  5. E gli altri mesi?
  6. Fabbrica appartenuta già, come si crede, alla famosa famiglia de’ Pazzi di Firenze.