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Una politica agraria nel segno di Pulcinella

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Antonio Saltini

1981/2005 Saggi/Agricoltura Una politica agraria nel segno di Pulcinella Intestazione 30 aprile 2014 75% Saggi

Dal Collio agli Iblei.


Una politica agraria nel segno di Pulcinella



Indice

INCERTEZZE E CONTADDIZIONI DEL DIBATTITO SULLA TUTELA DELLE SUPERFICI AGRARIE

Continua a ritmo incessante, a tutte le latitudini del Paese, la sottrazione di ampie superfici, in modo particolare in pianura, alla produzione agricola, da parte delle attività edificatorie. Dopo la lunga indifferenza degli anni del “boom” industriale, quando economisti ed amministratori pubblici erano concordi nel proclamare la corrispondenza di ogni metro di terreno di terreno agrario edificato a un metro di progresso economico, la compressione di un’agricoltura già povera di spazi entro confini sempre più angusti ha iniziato a suscitare allarme prima tra le forze agricole, poi in sfere più ampie dell’opinione pubblica. Le nuove apprensioni si sono venute componendo con l’opposizione, per anni inascoltata, che una schiera esigua di intellettuali, preoccupati del patrimonio paesaggistico del paese, esprimeva contro le forme assunte dall’edificazione incontrollata di cui erano teatro le coste, le aree collinari e montane, le campagne testimoni del millenario impegno dell’uomo a plasmare il territorio della Penisola. Insieme, i due ordini di riserve sono confluiti nelle istanze per la difesa del territorio che, pure nella genericità dell’ispirazione, possono essere definite la nuova “filosofia” ecologica. Nonostante il diffondersi dell’allarme, assolutamente indifferenti al problema della tutela degli spazi agricoli appaiono, ancora, i titolari delle amministrazioni locali, responsabili diretti del controllo dell’edificazione, la cui unica preoccupazione appare quella di imporre la propria mediazione sull’occupazione dei suoli, impegnandosi comunque ad assecondare le richieste di spazio avanzate dalle forze economiche e sociali di cui sono espressione, e alle quali sono legati da vincoli politici ed elettorali.

tratto da: Genio rurale, XLIV, giugno 1981


L’opinione collettiva del Bel Paese è stata pervasa dalla passione costituzionale: a Roma è stata creata la Commissione bicamerale, le cui riunioni si propagano nel colorito chiacchierio che la mattina gli speaker radiofonici animano tra casalinghe e pensionati. Si immaginano riforme costituzionali che faranno dell’Italia paese dalla solidità istituzionale francese, dalle capacità decisionali americane: intanto un ministero dell’agricoltura due volte soppresso e due volte ricostituito è incapace delle incombenze essenziali, che sono state delegato a un ente sommerso dagli scandali, il pretesto che il chiassoso pollaio regionale invoca per ottenere la gestione diretta dei finanziamenti di cui vive l’agricoltura italiana, imponendo il proprio arbitrio sui quali assessori e burocrati di Palermo e della Valle d’Aosta realizzerebbero la più viscerale delle aspirazioni.


tratto da Terra e vita n. 49, 13 dicembre 1997


Legittimamente fiero del contributo prestato al varo della riforma della politica agricola comune di cui è stato architetto Franz Fischler, Paolo de Castro ha scritto un libro per assicurare che la riforma garantirà le esigenze dei consumatori, tutelerà l’ambiente, rispetterà gli animali. La portata della riforma è tanto radicale che la sicurezza del Professore deve, forse, essere attenuata: per giudicare è prudente attendere, e verificare Spazio rurale, L, n. 6, giugno 2005

tratto da 'Spazio rurale L, n. 6, giugno 2005



Un promotore estroso ha lanciato, contro il costume americano del fast food, uno slogan di successo: folle plaudenti hanno accolto il verbo del nuovo edonismo gastronomico. Singolarmente, i responsabili della politica agraria hanno convertito un messaggio pubblicitario in dottrina agropolitica, che oggi è incapace di spiegare le sciagure che investono settori sempre più numerosi, e capitali, dell’agricoltura nazionale.

tratto da Spazio rurale L, n. 10, ottobre 2005


Sul territorio italiano dilaga il cememento: la causa un autentico processo di patologia finanziario-territoriale: convertire campi arati in aree residenziali è stato eretto, da una politica ottusa, a prima fonte di finanziamento dei bilanci comunali, che prosperano quanto siano più numerosi gli ettari sottratti alla coltivazione. In un paese che in cinque decenni ha sacrificato un terzo dei propri suoli di pianura il processo è destinato a strangolare l’agricoltura

tratto da Spazio rurale L, n. 11, novembre 2005




L’Italia pretende il primato mondiale della produzione di supreme specialità enogastronomiche? A Bruxelles tutti i nostri partner sarebbero impegnati, secondo un osservatore dalla lunga esperienza nella capitale dell’agricoltura europea, a lusingare le vanità dei nostri ministri agricoli: il vostro futuro di venditori planetari di lardo di Colonnata è sfolgorante! Non preoccupatevi di latte, carne bovina e cereali: mentre voi propagandate prelibatezze, a rifornire i vostri supermercati pensiamo noi

tratto da Spazio rurale, L, n. 12, dicembre 2005


IL GOVERNO PREPARA IL BANDO DEGLI O.G.M.

Il Ministro dell’agricoltura rischia l’infarto per il numero di pranzi e cene cui le settimane recenti lo hanno costretto con guru e sciamani del pensiero gastroeconomico nazionale per definire il testo del provvedimento che bandirebbe, totalmente e definitivamente, contro tutte le statuizioni dell’Unione Europea, la coltivazione di mais e soia o.g.m nelle italiche campagne. Intanto i bruciatori finanziati dai chiaroveggenti ministrini regionali stanno incenerendo quantità immense di mais del catastrofico raccolto 2013, che non possedendo i geni di difesa inclusi nei mais o.g.m. è stato in parte cospicua inquinato da una farfalletta che le estati sempre più siccitose rendono, ormai, calamità ciclica. Siccome la pullulazione dell’imenottero provoca quella di una pletora di patogeni produttori di tossine mortali, quel mais doveva essere distrutto. Dopo che agli agricoltori che detenevano mais inquinato è stata imposta, per l’intero inverno, l’omertà decisa dalla cupola della disinformazione nazionale, l’assessore emiliano ha proclamato la grande notizia: il mais inquinato sarà utilmente convertito in energia per alimentare, durante l’estate, i condizionatori dell’italica gente. Proclamando il grande annuncio il nume agrario emiliano si è dimenticato di spiegare, peraltro, cosa mangeranno, negli allevamenti italiani, fino al prossimo raccolto, vacche, suini e polli destinati ai supermercati italiani. Si può riparare alla dimenticanza senza rischio di errore: mangeranno mais e soia acquistati a Chicago ai prezzi più alti registrati negli ultimi 50 anni. A Chicago si vende, oramai, solo mais e soia o.g.m. I vati del pensiero agrochic che nei giorni scorsi pretendevano, unanimi, dalle pagine di uno dei maggiori giornali italiani, l’imposizione immediata, su tutti i prodotti derivati da o.g.m., di una inequivoca dichiarazione in etichetta, dovrebbero pretendere, per coerenza, che tutte le macellerie, latterie e pollerie italiane, esponessero, nei mesi futuri una sola scritta “qui si vendono solo prodotti ottenuti da o.g.m.” Una regola che dovrebbe valere per i supermercati battenti qualunque vessillo. Ma i vati del pensiero agrochic si battono per obiettivi ben più gravi: l’eguaglianza di tutti di fronte alla legge non li interessa. I supermercati che pagano consulenze degne di premi Nobel sono, secondo il profeta della società in cui l'informazione sia una sola verità, "più uguali degli altri".