Viaggio in Dalmazia/Delle Osservazioni fatte nel Contado di Zara/15. Rovine d'Asseria, ora detta Podgraje

Da Wikisource.
15. Rovine d'Asseria, ora detta Podgraje

../14. Petrificazioni di Ceragne, Bencovaz, e Podluk ../16. Della Manna di Coslovaz IncludiIntestazione 28 agosto 2020 75% Da definire

15. Rovine d'Asseria, ora detta Podgraje
Delle Osservazioni fatte nel Contado di Zara - 14. Petrificazioni di Ceragne, Bencovaz, e Podluk Delle Osservazioni fatte nel Contado di Zara - 16. Della Manna di Coslovaz
[p. 33 modifica]

§. 15. Rovine d’Asseria, ora detta Podgraje.

Un breve miglio lontano da questo Castello trovasi il povero Casale di Podgraje1. Egli trae il nome dalla Città, che dominava negli andati secoli il luogo dalle miserabili case presentemente occupato. La Tavola Itineraria di Peutingero mette in questo sito Aseria, ch’è l’Assisia di Tolommeo, e l’Assesia, o Asseria di Plinio. Quest’ultimo, dopo d’aver fatto il novero delle Città Liburniche obbligate a portarsi al Convento, o Dieta Scardonitana, aggiunge al catalogo i privilegiati Asseriati, immunesque Asseriates2. Questo popolo, che faceasi da sè i proprj Magistrati, e colle proprie leggi municipali si governava, dovett’essere ricco, e potente sopra gli altri vicini. S’ingannarono di molto quegli Scrittori delle cose Illiriche, i quali credettero sorto dalle rovine d’Asseria Zemonico, ch’è una Rocca del Contado di Zara sedici miglia lontana da Podgraje. Il più volte lodato Gliubavaz in un suo Ms. de Situ Illyrici à preso questo sbaglio, ma non si può fargliene una colpa; imperocchè, mentr’egli scriveva, le rovine d’Asseria erano ancora soggette ai Turchi, e quindi non potevano essere agevolmente osservate. [p. 34 modifica]

Le vestigia, che ci rimangono delle mura di Asseria (Tav. II), lo provano assai. Il loro circuito resta tuttora assai precisamente riconoscibile sopra terra, e gira 3600 piedi Romani. La forma dello spazio, cui racchiudono, è d’un poligono bislungo; la materia onde sono state fabbricate, è marmo comune di Dalmazia: ma non del colle, su di cui sorgono, che somministra solamente pietra dolce. I pezzi di questo marmo sono stati tutti lavorati a bugno, e le mura ne furono rivestite dentro, e fuori; qualche pietra arriva a essere lunga dieci piedi, e tutte sono di notabile dimensione. La grossezza di queste fortificazioni è communemente d’otto piedi: ma all’estremità più angusta, che cala verso il piè della collina, sono grosse undici piedi; in qualche sito veggonsi tuttora alte da terra dodici braccia. In un sol luogo (A) vi si trova manifesto indizio della Porta, ch’è coperta dalle rovine; io ò messo i piedi sulla curvatura dell’Arco, e v’à più d’uno de’ vicini abitatori, che si ricorda d’averla veduta a netto. Potrebb’esservi stata un’altra Porta nel sito (B) d’onde adesso si entra. Oltre le porte, due altre aperture (CD) veggonvisi praticate. Ma l’ultima non è così ben conservata come l’altra. Non saprei congetturare a qual uso servissero; non sembrando, che possano essere state porte, nè feritoje, nè scoli d’acqua. Merita molta osservazione il mezzo bastione (E) che conviene benissimo alla moderna Architettura militare. Molte più cose vi vedrebbe degne d’attenzione particolare un Professore di quest’Arte nobilissima. L’Antiquario, o anche il semplice Amatore delle belle Arti, e della buona erudizione non potrà a meno, quando si trovi a Podgraje, di non desiderare, che qualche mano potente Quicquid sub terra est in apricum proferat. A questo desiderio lo moverà particolarmente il vedere che, dalla rovina di quella Città in [p. Tav. II modifica]Tav. II. [p. 35 modifica]poi, niuno vi frugò profondamente per voglia di trarne qualche cosa. Quelle mura cingono un deposito d’Antichità sfasciatevisi dentro, chi sa per qual cagione; forse per un Tremuoto, o per una improvvisa inondazione di Barbari, ch’è peggior cosa. La Porta sotterrata, l’altezza considerabile delle mura, veduta dal di fuori in più d’un luogo, qualche grossa muraglia che fra gli arbusti si vede ancora a pel di terra, sono tutte circostanze, che deggiono far isperare moltissimo sulla quantità di monumenti pregevoli, che di là si trarrebbono. La magnificenza del fabbricato delle mura (F), e la frequenza de’ pezzi lavorati, o de’ fini marmi che trovansi sparsi pe’ campi contigui, fanno ben conoscere, che in quel paese allignava buon gusto, e grandezza. In mezzo alla spianata che copre i residui d’Asseria, trovasi isolata la Chiesa Parrocchiale della soggetta picciola Villa, che fu fabbricata de’ rottami antichi cavati sul luogo. Vi si vedono Iscrizioni maltrattate, e pezzi di cornicioni grandiosi.

I Morlacchi abitatori di Podgraje non facevano per lo passato ingiuria alle Lapide che incontravano arando, o scavando per qualche loro bisogno la terra. Ma da poi che furono obbligati a strascinare, senza mercede, alcune colonne sepolcrali sino al mare co’ loro buoi, eglino ànno giurato inimicizia con tutte le Iscrizioni, e le guastano appena disotterrate a colpi di piccone, o per lo meno le risotterrano più profondamente di prima. Avrebbe il torto per certo chiunque volesse accusarli di barbarie per questo. Il modo di renderli ricercatori, e conservatori degli antichi monumenti sarebbe il far loro sperare un premio delle scoperte, e delle fatiche. Io ò trovato per un raro accidente nella Casa del morlacco Jurèka una Sepolcrale, che ò anche acquistata con pochi quattrini, e unitamente ad alcune altre porterò in [p. 36 modifica]Italia. Cattivandosi la fiducia, e amicizia de’ Morlacchi, si potrebbe ragionevolmente sperare di trarne delle indicazioni utili. Io mi lunsigherei di saperlo fare, conoscendo l’indole della Nazione, e quindi ò lasciato Podgraje portando meco una gran voglia di ritornarvi munito delle facoltà necessarie per farvi scavare.

  1. Pod-grada, sotto la Città.
  2. Plin. Nat. Hist. Lib. III, c. 21.