Vite dei filosofi/Libro Primo/Vita di Misone

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Libro Primo - Vita di Misone

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Diogene Laerzio - Vite dei filosofi (III secolo)
Traduzione dal greco di Luigi Lechi (1842)
Libro Primo - Vita di Misone
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CAPO IX.


Misone.


I. Misone figlio di Strimone, come afferma Sosicrate allegato da Ermippo, nativo cheneo, di un borgo etaico (Οἰταϊκῆς) o laconico, si novera fra i sette. Dicono che il padre suo era tiranno. Narrasi da un tale che avendo Anacarsi interrogala la Pizia, se alcuno fosse di lui più sapiente, gli rispondesse, conte prima fu detto nella vita di Talete, parlando di Chilone:

     Io dico che un eteo Misone, nato
     In Chene, abbia di te nella prudenza
     Perspicacia maggior.

Che, mosso anche da curiosità, venne al borgo, e lo trovò d’estate che adattava la stiva ad un aratro, e gli disse: Ma non è questo, o Misone, tempo d’aratro! e gli rispose. Si certo d’apprestarlo. Altri affermano il responso essere cosi: Dico di certo Eteo (Ἠτεῖος) — e cercano poi che sia Eteo. Parmenide adunque dice essere una tribù laconica, donde era Misone; Sosicrate, nelle Successioni, lo chiama eteo per parte di padre, per parte di madre cheneo; Eutifrone, il figlio di Eraclide pontico, dice ch’era di Creta, poichè Etea è città di Creta: Anassilao, d’Arcadia. [p. 61 modifica]

II. Fa menzione di lui anche Ipponatte, dicendo: E Misone, cui Apollo proclamò il più sapiente di tutti gli uomini. Aristosseno poi nelle Varie Istorie scrive, che non era lontano dai costumi di Timone e di Apamante, perchè odiava gli uomini. Certo è ch’ei fu veduto a Lacedemone rider solo, in un luogo solitario; e ad un tale che lo sorprese all’improvviso e lo interrogò, perchè senza che alcuno fosse presente ridesse, rispose: Per ciò stesso — Narra Aristosseno che non fu riputato anche per questo motivo, che non era di una città ma di un borgo, e di un oscuro borgo; ond’è che per la mancanza di riputazione le cose sue da alcuni si attribuivano a Pisistrato il tiranno, dal filosofo Platone in fuori, il quale fa menzione di lui e nel Protagora lo pone invece di Periandro.

III. Era solito ripetere, non doversi nelle parole ricercare le cose, ma nelle cose le parole; poichè le cose non si conducono a fine per mezzo delle parole, ma sì le parole per mezzo delle cose.

IV. Finiva la vita di novanta sett’anni.