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Monticelli d'Ongina
Castello Pallavicino
Stato
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Patrono
Posizione
Mappa dell'Italia
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Monticelli d'Ongina
Sito istituzionale

Monticelli d'Ongina è una città dell'Emilia-Romagna.

Da sapere[modifica]

Della sua ricca produzione agricola è famoso e tipico l'aglio, la cui qualità è costantemente controllata e garantita da un apposito Consorzio di produttori.

Cenni geografici[modifica]

Sulla sponda destra del Po, dove il fiume compie un percorso tortuoso disegnando ampie anse e creando grandi isole (la maggiore ospita Isola Serafini, dove esistono delle chiuse per la navigazione fluviale), dista 23 km da Piacenza, 11 da Cremona.

Cenni storici[modifica]

Zona abitata in epoca romana, come testimoniano i molti reperti venuti alla luce, Monticelli nel X secolo era dominato dal Vescovo di Cremona, a cui subentrarono come feudatarie due nobili famiglie cremonesi: i Dovara e i Bonifaci de Unghinis; da questi ultimi deriva l'aggiunta d'Ongina al toponimo, e non dal distante corso d'acqua Ongina che scorre al confine con il Parmense e si getta nell'Arda. Passata Cremona in possesso dei Visconti nel 1335, Monticelli alla fine del Trecento fu dai duchi milanesi assegnato alla famiglia Pallavicino, che nel Quattrocento vi innalzarono la Rocca che diventò centro di una corte raffinata.

Estinta la dinastia Pallavicino, il centro passò ai Farnese di Parma che lo diedero in feudo ai Casali della nobiltà piacentina. Dopo la parentesi napoleonica, di Maria Luigia duchessa di Parma e dei Borbone, entrò con tutto il ducato nella nuova Italia.

La Comunità ebraica[modifica]

La presenza degli Ebrei a Monticelli si registra dal XV secolo; insediatisi nella Contrada Granda, corrispondente all'attuale via Garibaldi, andò aumentando nel tempo. Nel quartiere ebraico sorse anche una Sinagoga per il culto del popolo ebreo che si spostò numeroso nelle terre emiliane dopo che il Ducato di Milano ne decretò l'espulsione. Provenienti soprattutto da Cremona, gli Israeliti di Monticelli ricevettero un benevolo trattamento dai Pallavicino e si inserirono nel tessuto sociale della città, in cui rimasero fino al XX secolo, quando le leggi razziali ne provocarono la partenza da Monticelli.

La Sinagoga fu usata fino al 1930: situata all'ultimo piano di uno stabile fra le attuali vie Garibaldi e Cavour, non ne restano che i muri e non si hanno descrizioni di come fosse il suo interno. Della fiorente comunità rimane il cimitero, di fianco al camposanto comunale, separato da quest'ultimo da una muraglia. Il cimitero ebraico è costituito da due parti, una a prato che funge da ingresso alla zona delle sepolture, disposte in doppia ai lati di un vialetto centrale che giunge alla camera mortuaria, utilizzata a lungo come sepoltura da una famiglia che ormai da tempo si era trasferita a Milano. Il recinto cimiteriale conserva lapidi della seconda metà dell'Ottocento con intarsi in bronzo e altre dei primi anni del Novecento di gusto liberty.

Come orientarsi[modifica]

Mappa a tutto schermo Monticelli d'Ongina

Quartieri[modifica]

Altri centri del suo territorio comunale sono: Borgonovo, Fogarole, Isola Serafini, Olza, San Nazzaro, San Pietro in Corte.

Come arrivare[modifica]

In aereo[modifica]

Parma è l'aeroporto più vicino; Bologna è l'altro aeroporto emiliano. La zona, essendo di confine con la Lombardia, è comoda anche per gli aeroporti lombardi.



Come spostarsi[modifica]


Cosa vedere[modifica]

Il centro storico di Monticelli conserva l'impronta che gli è stata data soprattutto dai Pallavicino; le attuali vie Alfieri, Bixio, Pallavicino, Martiri della Libertà delimitavano l'impianto urbano imperniato verso la Rocca. Consistenti unterventi urbanistici si ebbero poi fra Cinquecento e Settecento con l'ampliameno di palazzi nobiliari o la loro costruzione, con il complesso settecentesco dell'ex ospedale, con la villa Casali ora sede del Municipio.

  • 45.0833339.9333331 Rocca (Castello Pallavicino Casali). 14.30-17.00 invernale; 15.00 - 18.30 estivo. chiusa gennaio, luglio, agosto e dicembre.. A inizio Quattrocento, dopo l'acquisizione del feudo, i Pallavicino diedero l'avvio alla costruzione della Rocca, possente e destinata a funzioni militari e di presidio del territorio. Estintosi il casato nella seconda metà del Cinquecento, i nuovi Signori piacentini, marchesi Casali, ne divennero proprietari. Terminata la loro signoria sul territorio con la fine del feudalesimo, mantennero tuttavia la Rocca e vi abitarono fino al 1957, quando il castello venne acquistato dalla parrocchia di San Lorenzo.
    Di impianto caratteristico dei castelli di pianura, ha forma quadrilatera e torri angolari; due masti collocati al centro di due opposti lati hanno ponticelli in muratura (un tempo ponti levatoi). Nel volto del mastio di ingresso principale rimangono tracce di affreschi, fra i quali una quattrocentesca Madonna col Bambino. Il cortile interno è tutto porticato, ma su tre lati le arcate a tutto sesto sono state chiuse. Uno scalone in pietra conduce al primo piano agli appartamenti nobili con decorazioni ed affreschi settecenteschi; il salone principale mostra nel grande affresco del soffitto il Trionfo dei Casali
    La cappellina di Corte (o Cappellina del Bembo)
    Costruita come cappella privata del vescovo Carlo Pallavicino conserva un ciclo di affreschi quattrocenteschi di Bonifacio e benedetto Bembo raffiguranti episodi della vita di San bassiano, l'Ultima cena, San Giorgio che uccide il drago; la Vergine Maria con i santi San Bernardino da Siena e Bernardo di Chiaravalle, il Calvario, la crocifissione, l'Annunciazione, la Deposizione, i Quattro Evangelisti e un ritratto del vescovo Carlo Pallavicino.
    La Rocca ospita il Museo etnografico del Po, l'Acquario del Po, il Museo Archeologico, il Museo Civico.
  • Basilica di San Lorenzo (Collegiata). Nella sua costruzione sono stati utilizzati materiali di recupero dell'antico castello che sorgeva dove ora si vede la chiesa. La Collegiata fu voluta da Carlo Pallavicino, Monsignore, che la fece erigere fra il 1470 e il 1480. A metà Seicento fu restaurata e nel 1877 fu aggiunta l'attuale facciata, mentre il campanile è stato sopraelevato nel 1881. La facciata è tripartita da lesene terminanti in cuspidi che ne accentuano lo slancio; la parte centrale termina con un timpano triangolare. tre bifore movimentano ulteriormente la superficie, assieme a tre nicchie sopra il portale che contengono tre statue di santi. Ha pianta a croce latina ed abside esagonale. Nelle lunette delle tre porte sono raffigurati il patrono San Lorenzo e i due santi titolari delle altre due chiese della città, San Giorgio e San Giovanni Battista.
    Lo sfarzoso interno custodisce opere in gran parte di artisti cremonesi: Altobello Melone - Madonna con Bambino nella cappella della Beata Vergine del Rosario; Giovanni Battista Trotti detto il Malosso - San Girolamo, Santa Lucia, Sante Cecilia e Caterina, Transito di San Giuseppe -; Andrea Mainardi detto il Chiaveghino: Crocefisso e Santi, Decollazione del Battista, Santa Margherita, Santa Brigida-, tutti artisti dei secoli XV e XVI. Di Giovanni Battista Natali e del figlio sono gli affreschi delle vele e delle lunette. Del pittore fiammingo Roberto De Longe sono le opere del presbiterio e del coro realizzate dal 1682 al 1694.
  • Chiesa di San Giorgio. La ricostruzione quasi totale del 1880, alla quale seguì la costruzione di una nuova facciata alcuni anni dopo, ha cancellato la struttura originaria del 1302 come pure le successive ristrutturazioni. Antica chiesa parrocchiale, divenne sussidiaria con la costruzione della Collegiata di San Lorenzo.
  • Chiesa di San Giovanni Decollato. Fondata nel Trecento, al pari della chiesa di San Giorgio perse il tirolo di parrocchiale quando fu costruita la Collegiata di San Lorenzo. La chiesa attuale è il frutto della ricostruzione del 1870-1871, che si era resa necessaria per sostituire l'edificio preesistente fortemente deteriorato. Posta anticamente nel cimitero, anche la chiesa attuale è compresa fra le ali del cimitero, che anzi fu ampliato in occasione della ricostruzione della chiesa medesima. La facciata della chiesa ha un portico sostenuto da sei colonne doriche, sul quale si trova una loggia colonnata. La facciata è sormontata da un timpano; l'interno è a una sola navata con due cappelle laterali ed è di stile barocco. L'altare maggiore in marmo bianco di Carrara ospita la pala della Decollazione di San Giovanni Battista, opera del 1595 di Andrea Mainardi detto il Chiaveghino.
  • Museo del Po, Nella Rocca. Aperto tutte le domeniche (escluso gennaio, luglio, agosto, dicembre) dalle 14.30 alle 17.30 d'inverno; dalle 15 alle 18.30 d'estate. Il pezzo forte del Museo è una piroga preistorica risalente a circa 4.000 anni fa, restituita dalle sabbie del fiume. Fra i reperti anche ossa di animali preistorici (mammuth, corna di bisonte, di cervo, di alce di circa 15.20mila anni fa, oltre a resti di vasellame e andore romane. Raccoglie inoltre antichi strumenti di lavoro dei pescatori e dei cavatori di sabbia.
  • Museo della civiltà contadina, Nella Rocca. È una ricca raccolta di attrezzi ed utensili utilizzati dai contadini in famiglia e nel lavoro nei campi.
  • Museo Civico, Nella Rocca. Conserva documenti e testimonianze di storia, cultura, politica, personaggi locali.

Eventi e feste[modifica]

  • Monticelli Jazz. Organizzato ogni estate. Ospita i più bei nomi del jazz italiano.
  • Fiera del geranio. Si tiene nel mese di maggio. Con esposizione e vendita di gerani, oltre ad articoli accessori.
  • Fiera dell'aglio. Nel mese di ottobre. Dedicata alla produzione dell'aglio tipico monticellese, che costituisce una importante componente nel panorama agricolo locale.


Cosa fare[modifica]

  • Isola Serafini. Una escursione nel territorio di Isola Serafini, centro dell'area comunale di Monticelli, consente di scoprire l'ambiente padano del fiume. La zona di Isola è stata classificata Sito di interesse Comunitario per la sua importanza naturalistica in quanto punto di sosta e di rifocillazione per gli uccelli migratori. Ricco di zone umide, in cui proliferano tutte le specie vegetali legate al fiume, e di zone sabbiose richiama in gran numero rondini di mare, fraticelli, falchi, gufi, picchi. Il tratto fra il torrente Chiavenna e la conca della centrale idroelettrica è luogo adatto al bird-watching. Non mancano gli eleganti aironi bianchi e grigi.


Acquisti[modifica]


Come divertirsi[modifica]


Dove mangiare[modifica]


Dove alloggiare[modifica]


Sicurezza[modifica]


Come restare in contatto[modifica]


Nei dintorni[modifica]

  • Cremona — Ha un centro storico monumentale - Duomo, Battistero, Palazzo comunale - fra i più insigni della Lombardia. Fu città romana. Fu potente all'epoca dei Comuni e rivaleggiò con Milano, che infine la sottomise. I suoi violini (Stradivari e Amati), il suo Torrazzo e ancor più il suo torrone, sono noti ovunque.
  • Piacenza — Emiliana ma anche un po' lombarda, nodo stradale e ferroviario sulla sponda destra del Po, conserva un bel centro storico con considerevoli monumenti - il Palazzo comunale (il Gotico), il Duomo - e un impianto urbanistico signorile. Fu co-capitale del Ducato di Parma e Piacenza.
  • Cortemaggiore — Città di fondazione, conserva l'impianto urbanistico di fine Quattrocento, periodo della sua nascita voluta per farne la nuova capitale dello Stato Pallavicino.
  • Busseto — Fu capitale dello Stato Pallavicino per cinquecento anni, e conserva una struttura urbanistica di una certa eleganza: la Rocca pallavicina, il Duomo, le vie porticate. La sua fama universale è legata tuttavia all'essere la patria di Giuseppe Verdi, che qui campeggia in ogni dove.
  • Abbazia di Chiaravalle della Colomba — Ad Alseno, poco discosto dalla via Emilia, si colloca questo complesso monastico di grande rilevanza nel panorama degli edifici sacri cistercensi.

Itinerari[modifica]

  • Castelli del Ducato di Parma e Piacenza — Disseminati sull’appennino parmense e piacentino, ma presenti anche nella pianura a sorvegliare il confine naturale del Po, i numerosi castelli dell’antico Ducato di Parma e Piacenza caratterizzano tutta l’area. Baluardi militari in origine, molti di essi hanno mantenuto l’aspetto di rocca inaccessibile, molti hanno via via trasformato la loro natura bellica in raffinata dimora nobiliare; tutti perpetuano nel tempo l’atmosfera di avventura, di favola e di leggenda che da sempre è legata ai castelli, in molti dei quali si narra della presenza di spiriti e fantasmi.
  • Borghi storici del Po — L'itinerario, da ovest verso est o viceversa, porta a conoscere alcuni borghi storici che sorgono nei pressi del "grande fiume".


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