Ventura García Calderón

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Ventura García Calderón.

Ventura García Calderón (Lima, 23 febbraio 1886Parigi, 27 ottobre 1959) è stato uno scrittore e diplomatico peruviano, uno dei massimi esponenti della corrente letteraria modernista ispanoamericana[1].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio di Francisco García Calderón, presidente del Perú durante la Guerra del Pacífico, e di Carmen Rey Basadre.[2] Il padre fu arrestato dalle autorità cilene di occupazione e deportato in Cile nel 1881.[2] Una volta liberato fu costretto ad emigrare con tutta la famiglia in Europa, in Francia, a Parigi.[2]

Nel 1886 la famiglia ritornò in Perù, dove il giovane García Calderón intraprese gli studi scolastici al Colegio de los Sagrados Corazones di Lima dal 1891 al 1901.[2] Successivamente si iscrisse all'Università Nacional Mayor de San Marcos, seguendo la facoltà di lettere,[1] senza però riuscire a portarla a termine, perché a causa della morte del padre la famiglia decise di trasferirsi nuovamente a Parigi.[2] Insieme al fratello Francisco, sociologo, storico, critico letterario, partecipò alla "Generación del 900" o "arielista", cofondata da José de la Riva-Agüero y Osma, da José Gálvez Barrenechea, da Víctor Andrés Belaúnde e da Fernando Tola.[2]

Parigi era considerata in quegli anni un centro di fondamentale importanza per la creazione e la diffusione del modernismo ispanoamericano e lì diresse la rivista Revista de América.[3] Nella capitale francese, García Calderón visse caratterizzandosi per tendenze e gusti cosmopoliti.[4] Svolse la carriera di diplomatico e ricoprì, per lungo tempo, il ruolo di ambasciatore peruviano in Francia, in Spagna e in Belgio, ma anche presso la Società delle Nazioni e l'UNESCO.[5]

Collaborò a varie testate giornalistiche sudamericane, argentine, venezuelane, messicane, cubane, e le sue corrispondenze dall'Europa vennero raccolte in libri come Frivolamente, En la verbena, Sonrisas de Paris, nei quali dimostrò ottime capacità nell'approfondire anche tematiche banali e mondane riuscendo a renderle interessanti e coinvolgenti.[4]

Lo scrittore si occupò soprattutto di narrativa, prediligendo il racconto breve e drammatico, di argomento "indigenista", per il quale si può considerare un vero e proprio caposcuola,[4] dato che il suo primo lavoro, intitolato Dolorosa y desnuda realidad, fu pubblicato già nel 1914.[3] Successivamente uscì nel 1924 La venganza del condór, raccolta dei suoi racconti più riusciti, tradotto in varie lingue, tra cui l'italiano, il russo, l'inglese.[3][1] Da citare anche le raccolte Peligro de muerte (1926), Color de sangre e Aguja de marear (1936).[1]

Se la tendenza principale delle sue opere fu la descrizione della società e della vita peruviana, quest'ultima risultò meno "indigena" rispetto alle intenzioni originarie dello scrittore, visto che fu osservata con una prospettiva da naturalista europeo e di un discepolo di Maupassant e di Huysmans.[4] Tutto questo non sminuì sia l'efficacia sia l'originalità di García Calderón, oltreché la sua penetrante indagine psicologica che gli consentì di affrontare temi violenti e fantastici.[4] Si occupò anche di critica letteraria, tra le quali si possono citare Parnaso peruano, Dal romanticismo al modernismo, Semblanzas de América;[3] ricevette la nomina di direttore della Biblioteca della cultura peruviana, oltre che numerose decorazioni e riconoscimenti dei governi di Francia, Belgio, Italia, Perù e Brasile, tra i quali l'onorificenza di Comandante della Legion d'onore di Francia nel 1950.[2] Gran parte delle sue opere venne scritta in lingua francese.[1]

Opere principali[modifica | modifica wikitesto]

Romanzi[modifica | modifica wikitesto]

  • Dolorosa y desnuda realidad (1914);
  • La venganza del cóndor (1924 y 1948), traduzione in francese, tedesco, italiano, inglese, russo, polacco, svedese e jugoslavo;
  • Danger de mort (1926);
  • Si Loti hubiera venido (1926), tradotto in francese (1927), dove narra un viaggio immaginario in Perù realizzato dallo scrittore francese Pierre Loti;
  • Couleur de sang (1931), Premio Heredia della Accademia francese;
  • Virages (1933);
  • Cuentos peruanos (1952).

Poesie[modifica | modifica wikitesto]

Come poeta si sviluppò sotto l'influenza del modernismo, anche se la sua produzione fu breve e si distinse soprattutto come un buon lirico. Ha provato il metro alessandrino e utilizzò prevalentemente l'endecasillabo. Le sue prime composizioni apparvero nel Parnaso Peruano, sotto lo pseudonimo di Jaime Landa; poi ha pubblicato due poesie:

  • Frívolamente (1908);
  • Cantilenas (1920).

Drammi[modifica | modifica wikitesto]

  • Holofernes (Parigi 1931);
  • Ella y yo (Lima 1955);
  • La vie est-elle un songe? (Parigi 1958);
  • La Périchole (Parigi 1959).

Saggi e cronache[modifica | modifica wikitesto]

Fu un elegante cronista e un diligente ricercatore. «Le sue letture instancabili e le sue contemplazioni della natura si trasformano, sotto la sua penna, da appassionato orafo, in immagini piacevoli, in riflessi taglienti, in commenti fini e suggestivi ... In ognuno dei suoi libri non sappiamo se ammirare la frase duttile e armoniosa o l'idea radiosa e originale »(Antenor Samaniego):

  • Une enquête littéraire: Don Quichotte á Paris et dans les tranchées (1916);
  • Bajo el clamor de las sirenas (1919);
  • Semblanzas de América (1920);
  • En la verbena de Madrid (1920);
  • El nuevo idioma castellano (1924);
  • Sonrisas de París (1926);
  • Aguja de marear (1936);
  • Vale un Perú (1939);
  • Instantes del Perú (1941).

Saggi critici della letteratura peruviana[modifica | modifica wikitesto]

  • Del romanticismo al modernismo (1910);
  • La literatura peruana 1535-1914 (1914);
  • Nosotros (1946).

Antologie[modifica | modifica wikitesto]

Attraverso accurate antologie, ha contribuito a diffondere le opere di autori peruviani e latinoamericani, per i quali è stato definito "l'ambasciatore delle lettere":

  • Parnaso peruano (1910 y 1915);
  • Los mejores cuentos americanos (1924);
  • Récits de la vie américaine (1925).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e Ventura García Calderón nel sito biografiasyvidas.com, su biografiasyvidas.com. URL consultato il 28 febbraio 2015.
  2. ^ a b c d e f g (EN) Biography of Ventura García Calderón (1886-1959), su thebiography.us. URL consultato il 4 agosto 2018 (archiviato dall'url originale l'8 agosto 2018).
  3. ^ a b c d Ventura García Calderón nella Enciclopedia Treccani, su treccani.it. URL consultato il 28 febbraio 2015.
  4. ^ a b c d e le muse, V, Novara, De Agostini, 1964, p. 170.
  5. ^ (EN) Ventura García Calderón, su goodreads.com. URL consultato il 4 agosto 2018.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (ES) Sánchez, Luis Alberto, La literatura peruana. Derrotero para una historia cultural del Perú, vol. IV e V, Lima, P. L. Villanueva Editore, 1975.
  • (ES) Tauro del Pino, Alberto, Enciclopedia Ilustrada del Perú. Tercera Edición, vol. 7, Lima, PEISA, 2001. ISBN 9972-40-156-1.
  • (ES) Antenor Samaniego, Literatura. Texto y antología. Manual escolar para el 5º de instrucción secundaria, Lima, Librería Arica S.A., 1964.
  • (EN) Julio Ortega, Transit of Ventura García Calderón, 1988.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN12317602 · ISNI (EN0000 0001 0870 1184 · SBN UFIV037909 · BAV 495/21010 · LCCN (ENn85259031 · GND (DE1047949156 · BNE (ESXX961017 (data) · BNF (FRcb11990679n (data) · J9U (ENHE987007261559705171 · NSK (HR000104006 · CONOR.SI (SL93528163 · WorldCat Identities (ENlccn-n85259031