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terati chiarissimi, e ritornato finalmente in Roma perfettamente istruito volle di più onorarlo di un amplia commendatizia all’Eminentissimo Pallotta Segretario allora di Stato, affinchè si degnasse presentarlo all’immortale Pio VI. come già fece, per cui fu accolto dal Monarca con affettuosa amorevolezza, e in pari tempo animato a dar principio ad una scuola, che nuova affatto riusciva all’Italia, ed era per riuscire tanto proficua a quegli esseri infelici, che quali bruti vivevano nell’umana società. Ebbe però la disgrazia di vivere assai poco dopo l’avventurosa apertura dell’istituto, giacchè nel più bel fiore della vita, e quando appunto era per vedere l’esito fortunato delle tante sue fatiche per rendere quella scuola non inferiore all’altra di Parigi, dove tanti avean fatti maravigliosi progressi sotto quel celeberrimo Maestro, cui fu sempre caro e tenuto in grande stima come rilevasi dal continuo carteggio che passò fra loro, sorpreso da malattia, che fu creduta pur troppo da propinato veleno prodotta, spirò dopo lungo penare in seno alla patria, che giustamente lo pianse, non senza amarezza di chi lo avea conosciuto e trattato. Non ostante però una morte così immatura ebbe campo di perfezionare alcuni allievi, uno cioè che lo rimpiazzò nell’istituto, l’altro per Napoli nella persona del Sig. Don Benedetto Cozzolini a richiesta del re Ferdinando IV, che riuscito egregiamente nell’istruzione di quella scuola ebbe l’alto onore di ricevere da quel Monarca per mezzo del suo gran Ministro di stato il Marchese della Sambuca lettera compitissima di ringraziamento, e piena della più significante sovrana soddisfazione, che pur si riporta in calce. ( 1 ) Il terzo allie-

(1)Ill. Sig. Sig. Padr. Colend.

Si è compiaciuta V. S. III. con sua riverita carta dei 13 dello spirante, rimettermi il certificato sull’abilità nella scuola de’sordi e muti del Sacerdote Don Benedetto Cozzolini, accompagnandolo colle sue particolari informazioni sulla buona riuscita e merito del soggetto. Il Re mio Signore, a cui non ho lasciato di far tutto presente, siccome si è compiaciuto de’progressi del Cozzolino e dell’acquistata perizia nell’Arte d’insegnare la favella a quegli infelici esseri, così ha molto gradito la di lei attenzione, e la particolar cura e diligenza da V. S. III. impiegata per formare e ben istruire il Cozzolino. Mi ha quindi comandato di attestargliene la sua Real grata soddisfazione, e nell’adempire a tal dovere, mi fo un vero piacere nel mio particolare, di contestarle la perfetta stima, e la più distinta considerazione colla quale mi professo Di V. S. III. SIG. DON TOMMASO SILVESTRI (Roma)

Dev. e Obbl. Servitore IL MARCHESE DELLA SAMBUCA.