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modTesto in evidenza
La Storia d'Italia è un'opera storica del letterato e pensatore fiorentino Francesco Guicciardini. Scritta tra il 1537 e il 1540, l'opera consta di venti libri e narra gli avvenimenti accaduti tra il 1492 (anno della morte di Lorenzo il Magnifico) e il 1537 (anno della morte di Papa Clemente VII). Essa fu pubblicata per la prima volta nel 1561 a Firenze.

La Storia d'Italia nasce dalla necessità di Guicciardini di verificare tramite l'esperienza della realtà storica le riflessioni condotte nei suoi Ricordi, in cui tra gli altri argomenti tratta dell'impossibilità di cogliere nella storia leggi e modelli assoluti che permettano di prevedere l'andamento degli eventi, ponendosi in contrasto con il pensiero umanista e con il Machiavelli.


modImmagine in evidenza
Nastagio degli Onesti, amando una de' Traversari, spende le sue ricchezze senza essere amato. Vassene, pregato da' suoi, a Chiassi; quivi vede cacciare ad un cavaliere una giovane e ucciderla e divorarla da due cani...
Sandro Botticelli, Nastagio degli Onesti (1483), al Museo del Prado di Madrid



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mod Chi ben comincia...

Ci sono libri che iniziano così:


 
Odio l'usata poesia: concede
comoda al vulgo i flosci fianchi e senza
palpiti sotto i consueti amplessi
stendesi e dorme.

A me la strofe vigile, balzante
co 'l plauso e 'l piede ritmico ne' cori:
per l'ala a volo io còlgola, si volge
ella e repugna.

Tal fra le strette d'amator silvano
torcesi un'evia su 'l nevoso Edone:
piú belli i vezzi del fiorente petto
saltan compressi,

e baci e strilli su l'accesa bocca
mesconsi: ride la marmorea fronte
al sole, effuse in lunga onda le chiome
fremono a' venti.


come prosegue?


modTesti a fronte

Nel 1878 la società per lo studio delle lingue romanze di Montpellier promosse un concorso di poesia a cui Vasile Alexandri partecipò con i 32 versi del Cântecul gintei latine, pubblicato a Roma e provvisto di autotraduzione francese e italiana. In esso il Felibrismo di matrice provenzale si unisce all'orgoglio patriottico dell'autore.

Latina gintă e regină
Între-ale lumii ginte mari;
Ea poartă-n frunte-o stea divină
Lucind prin timpii seculari.
Menirea ei tot înainte
Măreț îndreaptă pașii săi.
Ea merge-n capul altor ginte
Vărsând lumină-n urma ei.

Latina gintă e vergină,
Cu farmec dulce, răpitor;
Străinu-n cale-i se înclină
Și pe genunchi cade cu dor.
Frumoasă, vie, zâmbitoare,
Sub cer senin, în aer cald,
Ea se mirează-n splendid soare,
Se scaldă-n mare de smarald.

Latina gintă are parte
De-ale pământului comori
Și mult voios ea le împarte
Cu celelalte-a ei surori.
Dar e teribilă-n mânie
Când brațul ei liberator
Lovește-n cruda tiranie
Și luptă pentru-al său onor.

În ziua cea de judecată,
Când față-n cer cu Domnul sfânt
Latina gintă-a fi-ntrebată
Ce a făcut pe-acest pământ?
Ea va răspunde sus și tare:
„O! Doamne,-n lume cât am stat,
În ochii săi plini de-admirare
Pe tine te-am reprezentat!

La latina stirpe è regina
Intra le grandi stirpi del mondo.
Essa porta in fronte una stella divina
Rilucendo tra i tempi secolari.
Il destino sempre innanzi
Magnificamente dirige i passi di lei.
Essa marcia in capo ad altre stirpi
Versando luce nelle proprie orme (dietro di sè.)

La latina stirpe è una vergine
Dallo incanto dolce, rapitore.
Lo straniero in faccia a lei s'inchina
Ed a ginocchi cade adorando.
Bella, vivace, sorridente,
Sotto cielo sereno, nell'aere caldo,
Essa si specchia allo splendido sole,
Si bagna in mare di smeraldo.

La latina stirpe ha (buona) parte
Dei tesori della terra,
E molto volentieri essa li divide
Colle altre (di lei) sorelle.
Ma è terribile nell'ira
Quando il suo braccio liberatore
Colpisce la cruda tirannide
E lotta pel proprio onore.

Nel giorno di quel giudizio
Quando nel cielo, in faccia al Signor santo,
La latina stirpe fia interrogata:
«Che ha fatto sopra questa terra?»
Essa rispondera alto e fermo:
«Oh! Signore, al mondo quanto vi sono stata,
Ai suoi occhi pieni di ammirazione
(Li è) te (che) ho rappresentato!»

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