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Traduzioni e riduzioni/Miscellanea/Sappho

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Saffo

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Miscellanea - Contrasto di Homero ed Hesiodo Miscellanea - La paura della morte

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sappho

I.
Afrodite, figlia di Giove, eterna,
trono adorno, piena di vie: ti prego!
non domar con pene e con crucci, o grande
                         nume, il mio cuore.
Anzi vieni qua, s’altra volta ancora,
quella voce mia di lontano udendo,
l’ascoltavi: dalla paterna casa
                         subito uscisti;
aggiogasti al carro tuo d’oro i belli
tuoi veloci passeri: sulla nera
terra, tra l’azzurro del cielo, con un
                         battere d’ale
rapido, eccoli! ecco che tu, beata,
con un riso dell’immortal tuo viso

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mi chiedevi cosa mai fosse, cosa
                         mai ti chiamassi,
cosa voglio mai per il folle cuore
mio. Chi vuoi che Dolce-parola ancora
tra codeste braccia conduca? chi, o
                         Clara, t’offende?
Chè se fugge, poi ti vorrà seguire,
se ricusa i doni, vorrà donarne,
se non t’ama, poi t’amerà se anche
                         tu non lo voglia.
Vieni anche ora e scioglimi dalle dure
pene e tutto ciò che il mio cuore brama
che s’adempia, adempimi tu: tu vieni
                         meco alla guerra.


II.

A me pare simile a Dio quell’uomo,
quale e’ sia, che in faccia ti siede, e fiso
tutto in te, da presso t’ascolta, dolce-
                         mente parlare,
e d’amore ridere un riso; e questo
fa tremare a me dentro il petto il cuore;
ch’al vederti subito a me di voce
                         filo non viene,
e la lingua mi s’è spezzata, un fuoco
per la pelle via che sottile è corso,
già non hanno vista più gli occhi, romba
                         fanno gli orecchi,
e il sudore sgocciola, e tutta sono
da tremore presa, e più verde sono
d’erba, e poco già dal morir lontana,
                         simile a folle.