LXXXI. Ecco nascer Penelope da Frine
../LXXX. Nei prolissi calzononi
../LXXXII. Non che a te, fida suora, ai più remoti
IncludiIntestazione
20 dicembre 2021
100%
Da definire
<dc:title> Epigrammi </dc:title>
<dc:creator opt:role="aut">Vittorio Alfieri</dc:creator>
<dc:date>1766-1803</dc:date>
<dc:subject></dc:subject>
<dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights>
<dc:rights>GFDL</dc:rights>
<dc:relation>Indice:Gli epigrammi le satire, il Misogallo di Vittorio Alfieri (1903).djvu</dc:relation>
<dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Epigrammi_(Alfieri,_1903)/LXXXI._Ecco_nascer_Penelope_da_Frine&oldid=-</dc:identifier>
<dc:revisiondatestamp>20211220201405</dc:revisiondatestamp>
//it.wikisource.org/w/index.php?title=Epigrammi_(Alfieri,_1903)/LXXXI._Ecco_nascer_Penelope_da_Frine&oldid=-
20211220201405
Epigrammi - LXXXI. Ecco nascer Penelope da Frine Vittorio AlfieriGli epigrammi le satire, il Misogallo di Vittorio Alfieri (1903).djvu
LXXXI. Ecco nascer Penelope da Frine
[p. 25 modifica]
Ecco nascer Penelope da Frine.
Da servili costumi putrefatti,
Fecondati dai Galli,
Ecco nascer fra noi città-latrine.
E a libertà gridando: dalli, dalli:
Degli stupidi e matti
E birbi senza fine
Fatte sono in un attimo il ricovero.
La storia un dì, per risparmiarci il novero
Dei lor fatti e misfatti,
Le chiamerà: Repubbliche funghine.
|