La nipote pizzuta

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Giuseppe Gioachino Belli

1837 Indice:Sonetti romaneschi V.djvu sonetti letteratura La nipote pizzuta Intestazione 8 maggio 2024 100% Da definire

Li gatti dell'appiggionante Er marito pascioccone
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1837

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LA NIPOTE PIZZUTA.1

     Ma ssentitela llì cquela mmerdosa2
Si3 ccome sce protenne4 e ffa la donna!
È un baiocco, pe’ ddio, tra ccascio e ffronna,5
E vvò mmette er zu’ bbecco6 in oggni cosa.

     Ce parte7 cór parlà de fasse spósa8....
Dà ssu la vosce a la madre, a la nonna....
Sputa sentenze... E indove se la fonna
Tanta cacca9 e arbaggia sta mocciolosa?2

     E nun zerve co’ mmé cche vve vortate
Tutt’impipirizzita10 e bbarbottanno;
Ch’io, bbe’ cche11 zzia, ve pijjo a sculacciate.

     Che ne so! ssi vve fùssivo mai créso12....
A vvoi ve tocca de discorre quanno
Pissceno le galline:13 avet’inteso?

1 marzo 1837.

Note

  1. Ardita.
  2. 2,0 2,1 Personcina di pochissima età e di niun conto. [Mocciolosa: moccicosa.]
  3. Se.
  4. Ci pretende.
  5. Tra cacio e fronda. [I pizzicagnoli sogliono avvolgere la loro merce in pampani o altre foglie. Un baiocco: un soldo.]
  6. E vuol mettere il suo becco: vuole interloquire.
  7. Si avanza, si fa lecito. [Meglio forse: “comincia.„]
  8. Di farsi spósa: colla o chiusa.
  9. Vanità.
  10. Tutta viva di stizza.
  11. Benchè.
  12. Se vi foste mai creduto.
  13. Modo proverbiale.