Pagina:Alighieri - Comedìa, Foligno, 1472.djvu/442

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Ma quefto e quel che acerner mipar forte per che predeftinata fotti fola aquefto uficio tra letue conforte Ne uenni mai alultima parola che delfuo mezzo fece illume centro girando fe come ueloce mola Poi rifpuofe lamor ebe uera dentro luce diuina foura me fapunta penetrando perquefta incbio miuentro La cui uirtu colmio uedec congiunta mileua Toura me tanto chi ueggio la fomma elfenza delaqual e munta Quinci uien lallegrezza ondio fiammeggio per ebe lauifta mia quantella e chiara Iacbiarita delafiamma pareggio /Via quel alma nelciel ebe più fifebiara quel ferapbim ebendio più Ioccbio afiffo aladimanda tua non fatiifara Pero ebe fi fmnoltra nelabiffo deletterno flatuto quel che chiedi che daogni creata uifta e fcilfo Et almondo mortai quando tu rie di quello rapporta fi che non prefumma a tanto fegno più muouer ltpiedi Lamente che qui luce interra fumma onde riguarda come poi lagiue quel che non puote per cbelciel lafumma Simmi fpronaron leparole fue chi lafciai laquiftione et miritrafft adi mandarla bumili mente chi fue