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pendo [Giuseppe]1 che si fare, il figlioletto, Gesù, disse al suo babbo [Giuseppe]: «Metti in terra le due assi, e pareggiale da una delle due parti»2.

2. E Giuseppe fece come gli aveva detto il bimbo3. Allora Gesù si mise dall’altra parte e afferrò l’asse più corta, e stirandola la rese pari all’altra4. E suo padre Giuseppe a tal vista stupì, e abbracciato il figlioletto lo baciava dicendo: «Felice me, che Dio m’ha dato questo bimbo»5.

    καὶ ἰδὼν ἐλυπήθη, καὶ ἐζήτει εὑρεῖν ἕτερον. Ἰδὼν δὲ ὁ Ἰησοῦς λέγει αὐτῷ κτλ. «E uscito nel campo per raccogliere il legname, andò con lui anche Gesù. E tagliati due tronchi e riquadratili con la scure mise l’uno accanto all’altro, e misurando lo trovò più corto. A tal vista s’afflisse e cercava di trovarne un altro. Ma Gesù, ciò vedendo, gli dice, ecc.». Così pure lo Ps.-Mt. XXXVII (dove però lo sbaglio non è più di Giuseppe, ma è attribuito al suo garzone) fecit lignum brevius altero. Il Lat. invece: Erat autem Ioseph in tribulatione, quia lignum quod habebat actum ad hoc opus erat breve dove: non si tratta più di due legni, ma d’uno solo. Cfr. il vangelo arabo dell’infanzia XXXIX dov’è il letto stesso, già ultimato, ch’è troppo corto per il luogo destinato.

  1. Il Thilo (in nota) e il Tischendorf correggono il μὴ ἔχοντος de’ codici in μὴ ἔχοντες. Ε preferibile invece trasportare qui Ἰωσήφ che sta oziosamente in fine di frase (Meyer): giacché nelle redazioni parallele, è Giuseppe solo ch’è rappresentato nell’imbarazzo. Il che risponde anche assai meglio al contesto (v. Ghedini, La lingua dei Vangeli apocrifi, pag. 480). L’uso all’infinito (invece del congiuntivo) nelle proposizioni interrogative dipendenti da ἄπορέω, οὐχ ἔχω e sim. non è raro nella tarda grecità (Jannaris, App. VI, 17, c).
  2. Propriamente «dalla metà in giù»: così è infatti da intendere ἐκ τοῦ μέσου μέρους a motivo del contesto. Red. Β: θὲς τὰ δύο ταῦτα ὁμοῖ πρὸς ἰσότητα ἀμφοτέρων προτομῶν «metti accosto queste due assi con le estremità d’entrambi alla pari». Il Lat.: Dixit Iesus ad eum: Noli contristari. Apprehende hoc lignum de uno capite et ego per aliud et extrahamus illud.
  3. Pur non intendendo, secondo la Red. B, ciò che il bimbo volesse: καὶ διαπορούμενος ὁ Ἰωσὴφ περὶ τούτου, τί βούλεται τὸ παιδίον, ἐποίησεν τὸ προσταχθέν. Ρoi continua: καὶ λέγει αὐτῷ πάλιν· κράτησον ἰσχυρῶς τὸ κολοβὸν ξύλον (= l’asse corta). Καὶ θαυμάζων ὁ Ἰωσὴφ ἐκράτησεν αὐτό. Τότε κρατήσας ὁ Ἰησοῦς τὸ ἕτερον ἄκρον κτλ.
  4. Il Lat. semplicemente: Quod et factum est. Ma poi aggiunge: Et statim invenit illud utile ad hoc quod voluit Et dixit ad Ioseph: Ecce labora quod vis. L’ultima frase si legge anche nella Red. B: καί φησι πρὸς Ἰωσήφ. μηκέτι λυποῦ, ἀλλὰ ποίει ἀκωλύτως τὸ ἔργον σου. Similmente Syr.
  5. Con questo racconto ha termine la Red. B, che aggiunge a mo’ di chiusa: Ἀπελθόντων δὲ ἐν τῇ πόλει διηγήσατο τῇ Μαριὰμ ὁ Ἰωσήφ. Ἐκείνη δὲ ἀκούσασά τε καὶ βλέπουσα τὰ παράδοξα μεγαλεῖα τοῦ υἱοῦ αὐτῆς ἔχαιρεν, δοξάζουσα αὐτὸν σὺν τῷ πατρὶ καὶ τῷ ἁγίῳ πνεῦματι νῦν καὶ ἀεὶ καὶ