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XV1.

1. Di lì a qualche tempo un altro precettore, ch’era amico intimo di Giuseppe2, gli disse: «Porta il bimbo alla mia scuola; forse con le lusinghe mi riuscirà insegnargli le lettere». E disse Giuseppe: «Se te la senti, fratello (mio), piglialo con te». E lo pigliò con sé con timore e grande preoccupazione; ma il bimbo ci andava volentieri.

2. Ed entrato arditamente nella scuola, trovò un libro posto sul leggio, e presolo non leggeva già le lettere (scritte in quello, ma aperta la bocca (Mt., 5, 2 ecc.) parlava in Spirito Santo e insegnava la Legge a quei che gli stavano intorno e l’ascoltavano3. E gran moltitudine accorsa, lo circondava ascoltandolo, e si maravigliavan per la grazia del suo insegnamento e la prontezza de’ suoi discorsi, che (cioè), così bambino, parlasse in tal modo.

3. E saputolo, Giuseppe ebbe paura e corse alla scuola, temendo che (anche) quel precettore non «avesse a restare malconcio» 4. Ma il precettore disse a Giuseppe: «Che tu lo sappia, o fratello, io ho accettato il bimbo come uno scolaro; ma gli è pieno di grazia e di sapienza. E ora ti supplico, fratello, ripiglialo in casa tua».

  1. Cfr. Ps.-Mt. XXXIX.
  2. Anche qui lo Ps.-Mt. ripete lo stesso motivo indicato sopra per il secondo maestro: iterum rogaverunt tertio Mariam et Joseph Judaei ut ad alium magistrum blandimentis suis ducerent ad abdiscendum.
  3. Dresd. καὶ ἀκούοντες αὐτῷ. Ε continua poi: ὄχλος δὲ πολὺς συνελθέντας παριστήκησαν (sic) ἀκούοντες αὐτῷ, καὶ ἐθαύμαζον. Il Bonon. ha soltanto καὶ ἀκούοντες αὐτοῦ καὶ ἐθαύμαζον. 11 Tischendorf, sulle tracce del Thilo, segue il ms. di Dresda, sopprimendo però il καὶ ἀκούοντες αὐτῷ iniziale. Ma tanto la lezione del Bonon. (dove l’omissione della frase intermedia... ὄχλος.... παριστήκησαν è dovuta senza dubbio a una svista, causata dall’identità de’ due incisi participiali), quanto la versione latina, confermano la genuinità del καὶ ἀκούοντες αὐτῷ (80. ἀκούοντας αὐτοῦ). Lat.: omnes vero qui ibidem stabant diligenter eum audiebant, et magister ille iuxta illum sedebat et libenter eum audiebat et deprecabatur eum ut amplius doceret. Cum collecta fuisset turba multa, audiebant omnem sanctam doctrinam quam docebat et dilectos sermones qui exiebant de ore eius, qui pusillus cum esset talia dicebat.
  4. Cfr. VIII, 2; XIV, 2; Ps.-Mt. XXXIX, 2 (timens ne ipse didascalus moreretur. È una felice congettura del Tischend. Il cod. di Dresda ha μὴ οὗτος ὁ καθηγητής ἐστιν ἄπειρος (e l’ἄπειρος ὁ attestato anche dal Bonon., ch’è mutilo), cioè «che quell’insegnante fosse inetto», cioè non sapesse ben comportarsi con Gesù. Il Lat. più concisamente: Cum audisset Joseph, timuit; currens ubi erat Jesus magister ille dixit ad Joseph [correzione del Tischend.]: Scias, frater, ut.