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La ricerca dell’oscurità 107

Verlaine come nel Baudelaire insieme a codeste poesie ricercate e incomprensibili, ce ne sono delle altre facili a capirsi; ma in cambio mi paiono misere di sostanza e di forma. Per esempio, le poesie che formano la raccolta intitolata Sagesse, sono dedicate principalmente all’espressione mediocrissima dei più volgari sentimenti cattolici e patriottici. Vi s’incontrano delle strofe come la seguente:


          Je ne veux plus penser qu’à ma mère Marie,
          Siège de la sagesse et source de pardons,
          Mère de France aussi, de qui nous attendons
          Inébranlablement l’honneur de la patrie.

Prima di addurre dei saggi di altri poeti, non posso trattenermi dall’insistere sulla gloria straordinaria di questi due autori, Baudelaire e Verlaine, oggi riconosciuti in tutta l’Europa come i più grandi ingegni della poesia moderna. Perchè mai i Francesi, che ebbero Chénier, Lamartine, Musset, e soprattutto Vittor Hugo, che recentemente ancora hanno avuti i Parnassiani, Lecomte de Lisle, Sully Prudhomme, perchè mai hanno potuto dare un’importanza così smisurata e decretare una gloria così alta a questi due poeti, così imperfetti di forma, e così volgari e bassi nella sostanza degli argomenti? Il concetto