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novella del cavaliere. 105

amore, e per spirito di cavalleria, conti, duchi, e re. Attorno al loro condottiero, il re Emetrio, correvano d’ogni parte leoni e leopardi addomesticati.

Tutti questi cavalieri, dunque, giunsero ad Atene la mattina presto di domenica, ed entrati in città, scesero da cavallo.

Teseo, il nostro duca, il nostro illustre cavaliere, poiché li ebbe condotti per la città, e trovato alloggio a ciascuno secondo il proprio grado, li accolse con gran festa, e si dette tanto da fare perché non mancasse loro nulla, e per onorarli degnamente, che tutti pensano ancora che non ci potrebbe essere uomo, chiunque egli fosse, che potesse fare piú o meglio di quello che fece Teseo. Non starò a parlarvi della musica, del lusso con cui fu preparato il ricevimento, degli splendidi doni ch’egli offrí ai suoi ospiti di qualunque condizione fossero e dell’addobbamento del palazzo di corte; non ricorderò chi a mensa occupava i posti d’onore, quali fossero le signore più belle e quelle che ballavano meglio e sapevano meglio cantare e carolare, né chi aveva piú