Pagina:Chiarini - Dalle novelle di Canterbury, 1897.djvu/183

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110 novella del cavaliere.

molta grazia. Se ne andò all’altare e accesi due fuochi compié i sacrifici della Dea, di cui vi risparmio la descrizione, perché ognuno può leggerla da sé nella Tebaide di Stazio23 e negli altri antichi libri che ne parlano.

Quando il fuoco cominciò ad ardere su l’altare, Emilia con aria mesta e supplichevole parlò a Diana in questo modo. O casta dea dei verdi boschi, che contempli il cielo la terra e il mare, regina del regno tetro e profondo di Plutone, dea delle vergini, che da molti anni conosci il mio cuore, e sai quale sia il mio pensiero, proteggimi tu stessa dalla tua vendetta e dall’ira tua, per la quale Atteone soffrí orribilmente. O casta Dea, tu sai bene che io desidero di rimanere vergine per tutta la vita, e che non voglio innamorarmi e divenire moglie. Io sono (tu lo sai) una fanciulla del tuo seguito, ed amo la caccia e i boschi selvaggi, e non voglio divenire donna ed avere figli; e perciò appunto fuggo la compagnia degli uomini. Tu dunque aiutami, signora, poiché lo puoi, te ne scongiuro