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INFERNO. — Canto XIV. 263

L’uno modo è cognoscere ed apprendere Dio per la sua essenzia, la quale essenzia è la bontà di Dio, e non può essere odiata da alcuni, in per quello che ella è di ragione di bene, e però non può essere odiata.

L’altro modo d’apprensione può essere per li suoi effetti, per li quali effetti visibili si può cognoseere le invisibili virtudi di Dio, e questi effetti si possono considerare in due modi. L’uno è che ’l vivere, l’intendere, l’amare non può essere contra la volontade umana: certo è che tali differenzie ella hae da Dio, sichè per questo modo è impossibile odiare Dio.

L’altro modo è quando li effetti di Dio repugnano e contrariano la volontade umana, che è inverziata e contraria alla ragione: sicome quando per alcun peccato riceve da Dio pena, o è costretto per legge divina di non incorrere ad alcun diletto: e però che è in questo ultimo modo inviluppato, può benissimo avere odio a Dio; e di questi così fatti son quelli di chi nel presente capitolo si fa menzione.

Lo primo argomento che parla in universali, si solve che questi che vedeno Dio per la sua essenzia, cioè li santi, non puonno avere odio a Dio: non segue però che coloro che vedono Dio per esenzia, non possano odiarlo.

Lo secondo argomento s’intende in quelli ch’hanno naturale e dritta volontade ed appetito; quelli che l’hanno perversa possono avere in odio Dio, perchè a loro dispiaceno li ragionevili effetti.

Poich’è detta la intenzione del capitolo presente e la condizione di quelli che menziona, si è da esponere dov’è bisogno lo testo.