Pagina:Diodati - I Salmi di David, Daelli, 1864.djvu/232

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212 i salmi di david

     E smosso fin al cielo
     Or gli erge fiotto altero,
     Or negli abissi affonda, e di spavento
     Gli spirti ammorta il gelo,
     E ’l senno appanna d’un opaco velo:
     E le trepide piante
     Fa traballar, qual d’ebbro vacillante.
13          Ma s’angosciosa voce
     Al Signor dirizzar, fra tanti orrori,
     Ei di morte presente
     Gli salvò da la foce,
     Del mar calmando il cruccio ed i bollori:
     E la gonfia corrente,
     Con somma gioia lor, fermò repente:
     Ed a bramato porto
     Fu ’l legno fral da soave aura scorto.
14          Dunque lieti e contenti
     Cantin del gran Signor l’alma clemenza,
     Nel suo divin cospetto.
     Ed a l’umane genti
     De le prove di sua chiara potenza
     Spieghino il bel concetto.
     Del popol santo nel gran cerchio eletto,
     Rendangli eccelsi onori,
     E del Senato negli augusti cori.
15          Esso, perenni fiumi
     Assorti in ghiaie sterili converte:
     E rampollanti vene
     In folte d’aspri dumi,
     Sceme di fresco umor, lande diserte.
     E le sugose amene
     Terre fa tralignar in salse arene:
     Perchè ’n sede beata
     Fu degli abitator la gante ingrata.
16          Esso aridi terreni
     Di fecondo liquor impregna, e ’n guazzi