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264 i salmi di david

8          Ch’al sol degli occhi tuoi nulla s’imbruna,
     Nè ’l veder chiaro l’ombra lor contende.
     Anzi la notte come ’l dì risplende,
     Nè fra lor metti differenza alcuna.
9          Perchè tu se’ signor, tu possessore,
     D’ogni segreta mia voglia ed affetto.
     Tu nel materno chiostro u’ fui concetto,
     Contesto e ’nvolto m’hai dentro e di fuore.
10          I’ vo’ cantar le tue lodi superne,
     Che mi formasti in ammirande guise.
     Eccelse e dal caper nostro divise
     Son l’opre tue: ben ciò l’alma discerne.
11          Al tuo sovran saper non fu celata
     De l’ossa mie la prima tessitura,
     Varia e sottil, qualor forma e figura,
     Qua giuso, in celle occulte, mi fu data.
12          De la salma carnal la massa informe
     Vider tue luci, quando a parte a parte,
     Sul disegno di tue vergate carte,
     A te, mio Creator, piacque comporme.
13          Quanto mi sono preziosi e cari
     I tuo’ saggi consigli e pensamenti!
     Quanto, in grandezza, i tuoi provedimenti,
     E ’n conto son a’ mie’ pensier dispari!
14          Che s’a volergli annoverar mi provo,
     Imprendo di contar del mar l’arene:
     Se mi risveglio, quando ’l dì riviene,
     A far nuova ragion teco mi trovo.
15          Poscia che gli empi al fin, Signor, uccidi,
     Ite lontan da me di sangue amici.
     Il tuo sagrato Nome i tuoi nemici
     Lordan, giurando falsamente infidi.
16          Non sono io pur contrario a’ tuo’ contrari?
     Non m’accora la lor audacia il petto?
     Porto lor capital odio e perfetto,
     Ed, ispietato, gli ho per avversari.