Pagina:La persuasione e la rettorica (1913).djvu/149

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io». Per dire: «lo farei se tu lo facessi», deve dire: «io per me lo faccio – ma fallo prima tu». O il caso inverso: per dir «io giurerei» (io posso giurare) [dice] «io potrei giurare» (io posso poter giurare); oppure «se tu lo volessi, eventualmente lo farei» (= se tu lo volessi, se tu lo volessi lo farei); oppure «in quanto» (che indica i1 rapporto di necessità) per indicar il coincidere di due cose (che è significato con «in ciò»).1

«Ma queste sono pedanterie – hai capito quello che volevo dire? dunque basta».

Questione d’accontentatura. Se uno si è sufficiente nei modi della vita offerti dalla società, può accontentarsi di significare per i suoi usi nei modi convenuti le cose convenute e adagiarsi a ripetere senza intendere quello che gli altri in quei casi dicono, per esser inteso allo stesso modo da altri iniziati alla stessa κοινωνία. – Così egli può anzi avere uno «stile», una «lingua» perfetti e pur non dir mai niente. – Ma quanto uno vuol camminar sulle sue gambe, tanto deve sanguinar le sue parole, poiché «egli è cieco, senza patria, miserabile se concede alle frasi fatte» (Carlyle, p. 78).

Ma pur dicono con l’aria di dir due cose opposte, gli uni: «bisogna informarsi dei gradi che lo spirito spiritualizzandosi ha superato nella

  1. Nel gergo filosofico scientifico, s’è perduto del tutto il senso congiuntivo d’«in quanto». Così che s’usa col «che» e coll’indicativo: «in quanto che questo è» come «in ciò che questo è». –