Pagina:Otto mesi nel Gran Ciacco. Viaggio lungo il fiume Vermiglio di Giovanni Pelleschi.pdf/172

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166 parte prima

sma, incapace di articolar parola e con una espressione negli occhi da stornarne rabbrividiti la vista. Nel primo momento rimanemmo inchiodati sul nostro sedile nonostante la brama di soccorrerlo; poi avvicinatiglisi e slegatolo cadde come un cencio sulle nostre braccia, pianse e.... imprecò!....

Cotesti Indiani andando a pescare videro una mattina da lontano sulla spiaggia del fiume un corpo umano immobile: gli si avvicinarono e riconosciutolo all’abito e al pelame per Cristiano, invece di derubarlo e di ucciderlo, lo soccorsero come abbiamo veduto. Poi avvisarono alla frontiera, distante ancora più di 30 leghe, che avrebbero portato un Cristiano se non fossero stati molestati. Al loro arrivo furono meritamente regalati....

Questa miracolosa salvazione minacciò riuscire inutile. Benchè soccorso l’infermo del miglior modo possibile per il luogo in cui ci trovavamo, il suo stomaco rifiutando o rigettando ogni alimento, andava ogni giorno deperendo così, che ormai ne parve il caso disperato. Quando, ritornato dalla sua patria un Signore commerciante boliviano, propose gli fosse applicato sulla bocca dello stomaco una specie di senapismo fatto di carne, aceto o vino, e non so che altro. Fosse caso o virtù, da cotesta notte, che ne pareva l’ultima, principiò la sua guarigione, che in capo a tre mesi non era ancora terminata.

A chi si trovi in mezzo delle tribù indiane desta a poco alla volta meraviglia il non vedere nessuna persona deforme. Da questa circostanza alcuni viaggiatori hanno tratto motivo di pensare e di affermare, che gli Indiani, novelli Spartani, uccidessero le creature nate deformi. Alcuni storici sono di questa opinione.

Io però, mentre per mia parte confermo il fatto per osservazione personale, lo spiego colle circostanze fisiche e le condizioni sociali in cui si trovano questi Indiani. La vita liberissima, il cibo in generale sufficiente, checchè ne dicano i pietosi! ahi! troppo pietosi! l’andar nude, che vuol dire senza