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Pagina:Panzini - Dizionario moderno.djvu/227

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Fin — 185 — Fis


Finish: voce inglese, che certo deve essere di rigore tecnico visto che fine o chiusa non la sostituiscono. Così leggo: Di magnifico effetto riuscì il finisch Paper.

Finis coronat opus: la fine corona il lavoro, motto latino, ripetuto in buono e cattivo senso per indicare lo stretto rapporto che è tra causa ed effetto, principio e fine.

Finocchio: «volg. spreg. pederasta», così il Petrocchi. Ecco uno dei non pochi casi in cui le voci speciali del gergo fiorentino sono notate dal lessicografo toscano come voce italiana. Giustamente G. Rigutini, benchè toscano, non registra tale senso nel suo diz. della Lingua Parlata, nè la Crusca nè il Novo Dizionario, diretto dal Broglio, hanno tale senso, nè il Tommaseo nè altri. Io credo che si possa assai bene riconoscere al linguaggio fiorentino l’ufficio di regolatore della lingua italiana senza il bisogno di rivendere come merce buona tutti i rifiuti del mercato di Firenze. O se pur così piace, fate avvertito chi legge del valore e dell’estensione d’uso della parola.

Fiocca (la): nel dialetto lombardo, efficacissimo per neve; detto specialmente della nove quando cade; dal verbo letterario fioccare. V. Appendice.

Fiocca: per simiglianza della neve dicesi delle chiare d’uova montate.

Fiomba: voce lombarda per paravento.

Fiordo: V. Fjord.

Fiorentina: chiamano in Romagna ed in Bologna la bistecca alla fiorentina, la quale non altro è che una braciuola col suo osso, grossa come un dito, tagliata nella lombata. [Deve essere cotta naturale a fuoco vivo su la gratella affinchè tagliandola getti sugo sul piatto. Non deve essere salata prima perchè il fuoco la risecchisce, e se la condite con olio od altro avanti di cuocerla, saprà di moccolaia e sarà nauseante]. Chi usa voci straniere, dico in tal caso entre-côte.

Fioretta o fiori del vino: è una malattia del vino che consiste in uno strato bianco alla superficie, prodotto da un fungo microscopico che vive a spese del vino o ne fa diminuire la fragranza e l’alcole.

Fiori bianchi: o leucorrèa (dal greco leucòs = bianco e reo = scorro) scolo mucoso o purolento vaginale dovuto all’aumento patologico delle secrezioni normali dell’apparato genitale della donna. Fleurs blanches è altresì in lingua francese, nella qual lingua fleurs (lat. flores) o flueurs (= flussi, lat. flùere = scorrere) significano i mestrui detti fiori dal color rosso. Erroneamente da alcuni lessicografi si pensò che fleurs sia una corruzione di flueurs, ma il Bescherelle altrimenti opina e ne dà questa spiegazione veramente cavalleresca: on appelle ainsi les menstrues ou régles des femmes, qui par une métapkhore ingénieuse et assex, juste, ont été comparées aux fleurs des végétaux qui annoncent des fruits. Che fleurs non sia etimologicamente = flueurs, lo prova il basso latino flores, fiori, in questo senso.

Firmano: nome dato agli editti ed ai decreti del Sultano o de’ suoi ministri: dal persiano fermàn = ordine: voce accolta ne’ dizionari delle varie lingue.

Fiscale (avvocato): si usa ora, più comunemente e quasi unicamente per indicare l’avvocato che sostiene l’accusa presso i Tribunali militari.

Fisciù: V. Fichu.

Fisico: per significare l’esteriore di una persona, la figura, la complessione, il temperamento, ricorda la maniera francese: Cet homme a un trés-beau physique. Physique du rôle, V. a questa parola. Dicesi anche familiarmente fisico per forza fisica.

Fisiocratico: fr. physiocratique, termine storico e filosofico (dal gr. fisis = natura e kràtos = forza) dato ai seguaci di una scuola di economisti e di filosofi di cui il capo fu il Quesnay nel sec. XVIII, i quali consideravano, la natura e specialmente l’agricoltura, come sorgente di ogni ricchezza. G. B. Say fu primo ad usare nel 1829 tale parola per indicare i più notevoli seguaci di questa scuola. Il nomo, più comunemente usato al plurale, è fisiocrati.

Fissaggio: fr. fixage, termine del linguaggio dei fotografi, e significa la seguente operazione: quando la lastra fotografica è sviluppata, è necessario immergerla in un bagno di iposolfito sodico per sciogliere il salo d’argento che non sentì l’azione della luce (bagno di fissaggio).